giovedì 10 novembre 2011

Il fantastico mondo di Petunì: E


E insomma che con tutta questa pioggia ho pensato che il Piave esondasse, ma non una cosa tremenda, una cosa alla 'fantastico mondo di Petunì', un'ansa morbida di fratellanza, come fratello lo fu per gli alpini, che improvvisamente si spostasse dal suo letto per iniziare a muoversi verso Ovest, piano, sfruttando fontanili e canali d'irrigazione e correnti di benevolenza, e solo per un attimo passasse da una casa lì nei dintorni per recuperare un piccolo lettore sul suo divano, così concentrato nella lettura, da non accorgersi che il Piave lo stava sollevando, lui, il suo divano e il libro, per portarlo calmo e silenzioso, verso la pianura padana.


E incontra il Brenta, 'Ciao Brenta!'. E incontra l'Adige, 'Ciao Adige, siete tutti qui!'.


E incontra il Lago di Garda, 'Ciao Garda, sei grande e bello come un mare!'.


E il Garda, 'Grazie, ma tu dove stai andando? Non ti sei spinto un po' troppo in qua?'. 


E il Piave, sottovoce, 'Ssssst, sono in missione, poi ti spiego...'.


Faceva sssst, perchè il piccolo lettore intanto si era addormentato con il dondolio dell'onde e non voleva svegliarlo.


E incontra l'Oglio, incontra l'Adda e saluta tutti, perchè il Piave è un fiume gentile, ben educato e che sa esaudire i desideri.


Poi, qualche chilometro prima del Ticino, incontra un'altra casa, con il rosmarino e la lavanda sul balcone e le biciclette ancora fuori. 


E lì si ferma.


E' già mattina. 


Petunì intanto si sveglia con i capelli bianchi dritti in testa e le ciabattine di velluto viola.


Ha appena finito di sognare che in una notte di luna piena, mentre i cumuli-nembi diradavano davvero, tutte le parole che lei pronunciava diventavano nuvole e le nuvole pioggia e la pioggia ingrossava un fiume e...Ma cos'è tutta quell'acqua lì fuori? Pensa, uscendo sul balcone. 


Poi vede il divano e il piccolo lettore che intanto si era svegliato e la stava salutando da sotto il cappuccio della felpa, neanche tanto stranito, visto che aveva già capito tutto.


'Lo vuoi un tè alla vaniglia?'.


'Non posso, devo tornare da Lisbeth'.


'Capisco...'.


'Allora ciao! Ciao Piave, grazie!'. 


(Gorgoglii).


E mentre prepara latte e biscotti, lo vede sparire giù per il fontanile Branzino, lui, il divano, il piccolo lettore e il suo libro.
petunina

venerdì 28 ottobre 2011

Deeply



Sono estremamente ricettiva.
Forse la mancanza di tempo di questa settimana ha acuito la facolta’ del cogliere l’essenza.
Anche i libri che sto leggendo influenzano lo stato d’animo.
Quando sono cosi’ mi emoziono spesso, la pelle d’oca e le lacrime fanno facilmente capolino.
Ma va bene cosi’.
Se uno sguardo, una parola, un sorriso arrivano in profondita’ io li lascio entrare, anzi, proprio non posso fermarli.
Poi c’e’ questa fase di equilibrio che voglio mantenere ad ogni costo.
Leggo nelle menti degli altri quanto il mio comportamento sia borderline, ma quanta attenzione e impegno a non oltrepassare il limite....
La vita e’ un gioco avvincente, crudele, intrigante, senza regole.
A volte mi lascia senza respiro, altre volte ci sguazzo come uno squalo, capita anche di sentirmi come i cristiani di fronte alle belve feroci.
Insomma, quel che conta e’ non smetto di giocare.
 
 
Emma

 

martedì 25 ottobre 2011

CAVE PESCEM


Inginocchiata davanti all'acquario della sala d'aspetto dell'avvocatessa pitonessa che mi deve ricevere 'tra-un-attimo-che-finisco-due-cose', individuo immediatamente il piccolo bastardo della situazione. 


Trattasi di pesciolino inspiegabilmente leopardato e baffuto che continua ad inseguire un pesciolino identico, solo di una taglia più piccola.


Quando riesce ad avvicinarlo, gli morde la coda e in generale lo costringe a scappare ovunque, sotto il ramo, tra le alghe, fuori e dentro l'anfora, da una parte all'altra dell'acquario.


Intimizzo e non sopporto la situazione.


Però, aspetta, facciamo esercizio di pensiero globale, magari sono maschio e femmina e lui è innamorato di lei. 


Sì, ma non si fa così neanche tra pesci, daii!!


Concludo che sia un cretino rompiballe incapace pescefobico.


Con la manica arrotolata fino al gomito, nell'atto di tuffare il braccio per fare giustizia sommaria, sento la pitonessa che mi dice 'Venga pure!'.


'Ti è andata bene, và'.


Vado di là. 'Salve, dunque, sarò breve...mila euro, commercial...2005...etc...etc'.


Lei mi ascolta attenta e rassicurante.


Mi sono messa le scarpe da tennis per stemperare i capelli platino e ho sorriso molto.


Lei si è fatta un'idea della mia età, della questione, di essere la donna alpha del binomio umano, e ha sciorinato la sua miglior versione.


[Che fatica, le donne (con le donne) a volte!!].


Con lo stivale di pelle nero che me la fa promuovere da pitonessa a piratessa, mi dice che ha tre figli, 'ma è perchè è troppo vecchia, altrimenti ne avrebbe fatti dieci'.


'Minchia! E' la stessa identica cosa che dico sempre anch'io'.


Esco saltellando sotto la pioggia.


Forse si preannuncia la discesa!


petu-nina

mercoledì 19 ottobre 2011

Fasi


Si', fasi.
Da quanto siamo qui? Piu' di anno.
E tanto e' cambiato.
Parlo di percezioni, di conoscenza dell'ambiente.
Si', sono passata attraverso fasi ben definite.

Cominciamo con la fase G...no, niente di erotico, ma insomma e' simile a quella
scoperta (no petu, non parlo di sesso!). Comunque, le prime emozioni, quella frenesia di voler scrivere, controllare i PVT, l'incontro interessante che ti riempie la giornata! Una fase di semplice gioia inconsapevole, la scoperta.

Passo poi alla fase PR o PC....potrei chiamarla Private Relationship by PC.
Questa ha lasciato il segno. Indelebile. Ha sconfinato alla grande, ha oltrepassato il monitor e la tastiera. Ha trapassato anche me violentemente, dolcemente, e' indimenticabile. Una fase che ti incasina la vita. Alla faccia dell'effimero virtuale.

Che altro?

Fase MK...Ma Ke Kazzo Kombino? Kavoli.....teso questa fase la kancellerei. Quasi mi vergogno. Komunque, una fase ke riporta alla realta', ke mi ha fatto riflettere. Riflettere sul senso di essere qui, se per piacere, per caso, per ricerca. Utile, e' stato uno schiaffo inaspettato. Mi ha risvegliata alla grande.

In parallelo, quasi in sottofondo, c'e' la fase DR....Doni Rari...  persone con cui si puo' parlare tranquillamente, confrontarsi naturalmente, senza obblighi ne' aspettative.

Ora? Ora sono semplicemente qui.



Emma

domenica 16 ottobre 2011

non so


Avevo il piccolo davanti a me dall'altra parte del tavolo con i suoi occhialini di plastica che gli fanno gli occhi ancora più grandi di quelli che ha già, grandi, tondi e marroni come un tronco tagliato, non scuri impenetrabili, dolci, e la sua innocenza di 4 anni e lo guardavo e lo scrutavo e ad un certo punto mi sono immaginata di poter smantellare la mia esperienza di 40 anni di vita vissuta, fatta di ricordi, rinforzi, pregiudizi, abitudini, paure, di potermi lavare le incrostazioni che appesantiscono e frenano la curiosità, rallentano la fantasia e guardare tutto questo mondo nuovo con quegli occhi lì.
Ecco, credo che potrebbe essere bellissimo e mi è venuta una gran voglia di un po' di leggerezza e di risate spensierate. O anche solo risate e basta.
Si è concluso un nuovo ciclo, come per la fenice di Silente. Devo uscire dalla cenere.
petu

giovedì 6 ottobre 2011

stiamo andando benino

Chiama la banca:
'Salvee! State andando benino, vi serve un prestito?'.
'Mah, in realtà ne avremmo avuto bisogno quando andavamo malino'.
'Siamo spiritose oggi!'.
'Anche no'.
'Beh, beh, passi a sentire le vantaggiosissime condizioni...etc...percent...mensil...etc'.

Per me rimangono oscure sempre troppe cose.
petu (tiremm innanz) 

Temperature



Sposto l'attenzione....la temperatura si sta sicuramente alzando..
No, no, non solo nei commenti...
Ieri un avanzamento di ben 50 pagg..
Presa, completamente presa da un forte movimento...no, non e' il terremoto, no, e' solo un contorno...il terremoto e' interiore, nei sentimenti, ieri ero Louis, Renee, un po' meno Lauren per niente Eileen, se prima il sesso tra Louis e Renee mi sembrava un modo per risvegliare il lettore ieri ne percepivo la complessita', l'angoscia, le dinamiche.
La descrizione minuziosa del linguaggio del corpo, degli atteggiamenti, quei segnali che mandiamo inconsapevolmente a chi ci osserva con attenzione.
Siamo cosi' spogliabili...rende l'idea questo termine?
E non parlo delle Correzioni, magari questo e' meglio, io lo sapro', cavoli, io si', grazie alla mia maniacale metodicita'....

Emma

mercoledì 5 ottobre 2011


Sono spenta…
Questo nuovo template non mi da’ nessuna ispirazione.
Poi Franzen mi imprigiona e se scopro che le correzioni non saranno tutto cio’ che si dice a riguardo, usero’ l'opera omnia, schierata vicino al mio cuscino, come combustibile per il caminetto…no va be’ non potrei mai fino a questo punto.
Poi ieri mi sono concessa serata in relax con Bones…avessi un’altra figia (anche no, pero’, eh..) la chiamerei Temperance.
Il rapporto tra i due e’ esattamente quello che vorrei io. Cosi’, non so come andra’ a finire.
Comunque, mi rilassa, mi diverte, mi piace ogni personaggio, lui e’ un gran figo, che altro potrei chiedere?
Ecco un template con la foto di Booth come sfondo…ci pensiamo?
 

Bonne journée à tous le monde,
Emma

 

 

domenica 2 ottobre 2011


Sabato pomeriggio.
Inaugurazione della scuola di musica, teatro e danza.


Il mio nome figura tra i quattro fondatori. Non l'ho scelto.


Non mi è stato chiesto. Ne sono stata allegramente informata: 'Sei con noi'.


'No, oh, ragazzi! Io già non sto dietro alle mie cose...'.


'Non preoccuparti, è bello così'.


Come resistere a chi ti vuole incondizionatamente?


Si vede che il mio spirito si deve evolvere in senso artistico.


Certo è che non sono stata all'altezza della situazione. 


Ovvio, non mi sono preparata abbastanza sugli aspetti tecnici di ciò che dovevo promuovere.


Diciamo che mi capita x (ics, non so se dire spesso o qualcosa di meno) di non essere all'altezza delle situazioni in cui mi trovo, ma è solo colpa mia.


'Ops, è finita la Coca Cola, ci penso io!'. Almeno sono all'altezza del catering.


Però bello davvero. Bello parlare con la violinista che sembra uscita dritta dritta da Stabat Mater, con il chitarrista classico che mi suona Piazzolla appassionato, con la ballerina moderna e l'insegnante di teatro che coltiva bambini dai 4 agli 80 anni.


Finisco diluita, dispiaciuta per la gaffe sulla data delle lezioni prova, ma inspiegabilmente serena.


L'arte mi sta già facendo bene!
p.

giovedì 29 settembre 2011

No, maa...faccia pure


Anche questa dicesi strategia di coping.
Non importi l'ortodossia, certo, si dovrebbe rimanere entro certi limiti, altrimenti non sarebbe più coping, ma a volte l'importante è il risultato.

Il mio personalissimo risultato è stato raggiunto tramite:
- buon senso a suggerirmi 'tieni duro, poi passa';
- esercizio aerobico (saltare con Empire state of mind a volume molesto, con i bambini in cucina);
- 8/9 ore di sonno per notte;
- detossinazione alimentare (riso thai, quinoa, frutta, radice di spertucola, verdura e H2O);
- venti di oriente che hanno soffiato sul cumulonembo tossico che oscurava il mio cielo azzurro (la provvidenza!).

Se non fosse per le zampe di gallina, sarei perfetta!
petu-feli

Forse...



Il modo migliore per affrontare gli stronzi e' non cagarli.

Va be', scusate, e' stata un'illuminazione improvvisa.

Emma

mercoledì 28 settembre 2011



Che passa oggi?
“Grazie Roma”
….ahahah…una milanese più che doc come me che ascolta Grazie Roma????
Mi manca da morire la parlata romana. Il vecchio lavoro, il mio nome sempre troncato, io stavo un sacco ad ascoltarli.
Mi piace ascoltare le persone quando parlano. Non solo per quello che dicono, che a volte mi farebbe fuggire mooolto lontano, piuttosto gli accenti, i modi, le espressioni, le parole e quella parola o frasetta che ognuno di noi fa sua e ripete e ripete e ripete, senza nemmeno accorgersene. Che ne so, dal “cioè” al “da questo punto di vista”,  da ”cazzo” all’irripetibile!
Adesso non mi vengono in mente tutte..ops, non ascolto poi così bene!
Qui e’ divertente, milanesi, toscani, siciliani, calabresi, liguri che confrontano modi di dire e discutono l’apertura della  “e”….e l’accademiadellacrusca.it fa da giudice!
Ultimamente ascolto tanta musica. E’ il mio modo per stare tranquilla.
 
Emma

 

lunedì 26 settembre 2011

Non mi rispondi....


L'ho capito venerdi' che  qualcosa proprio non andava...
Si torna dunque al 2006?

In attesa di sentirti, leggiti il mio inizio giornata/settimana, velocemente scritto durante un meeting:

Buongiorno mondo, si fanculizzi questo lunedi'.
Si', si', perche' non e' accettabile arrivare in uff, essere aggredita da una cimice e, conseguentemente, volare a terra inciampando con la sedia, facendo un tonfo la cui portata "bilanci e bilacia" non avrebbero saputo prevedere.
Sticazzi, che male.
Con simultanea nonchalance, in risposta al "sei viva???" di un collega, balzo in piedi con sorriso stampato e tento di ricollocarmi alla scrivania, non prima di aver preso a calci quello stronzo di un insetto aerodinamico verde alieno.
Ora:
1. mano: si sta gonfiando e "imbluendo" a vista d'occhio;
2. gomito: rotto?? No? Fa un male cane.
3. Lato B: credo che un arcobaleno di nuances dal blu al viola vi comparira' magicamente.

Vabbe'...che figura di merda.
Emma

 

urlo di mamma


E' lui che mi da lo spunto, è un libro che ho dovuto comprare perchè io sono, purtroppo, così: ricucio, sì, ma vorrei anche evitare di mandare in mille pezzi.
Anch'io sono in mille pezzi: ho il cuore nel mar libico, le gambe che camminano nel deserto di sonora, le orecchie sull'everest e la testa nel 2006.
Non trovo più il mio cellu-elenina, però ho l'atro, teso, ci possiamo sentire lì, anche prima di ricucirmi, perchè credo che questa volta ci vorrà un po' più di tempo.
your petù

domenica 25 settembre 2011

Allergie.........


E ci ri-siamo, la prima lezione e' toccata a me.
Trafelata dalla prima giornata segnata dai "nonniincrociera", stendo un programma  degno della mia professione di program manager e via.
Tra merende ingurgitate, corse in bicicletta e caricamenti forzati in macchina, la grande arriva in orario, perfettamente agghindata da cavallerizza in erba.
La lascio ai preparativi e comincio a vagare con la piccola tra i cavalli che subito percepiscono il mio..non agio..ma mi tocca "ezzalli" (accarezzarli) tutti.
Riesco a rinchiudere la mignon nello stanzino da cui si assiste alla lezione. Sento l'inizio dell'allergia che si impossessa di me...ma no, penso, era passata..comincio ad armeggiare coi fazzoletti, uno diventa un foglio per tener buona l'incontenibile peste.
Arrivano altre mamme.
Che scenetta.. Io segregata in un angolino, loro che se la spassano raccontandosi il piu' e il meno. Si palesa l'altra allergia..non ce la faccio ad entrare nel gruppo, osservo, ascolto, penso. Cavoli a me proprio non me ne frega niente di aggregarmi..
Le mie figlie subiranno l'asocialita' della madre, la quale passera' per quella snob antipatica...chissenefrega, l'altra allergia ha preso il sopravvento..comincia una tosse irrefrenabile, finisco i fazzoletti, la piccola vuole ancora "ezzale i clo-clok", io che comincio a chiamare i rinforzi come sempre bloccati in autostrada...
Finira', certo, casa..voglio andare a casa.
Il rinforzo arriva a fine lezione, accolto da un'ovazione di quelle mamme che ancora si chiedevano chi diavolo fossi..."ahhhhh, noi conosciamo luuuiiii" che coretto. Ormai sono in uno stato pietoso, mi do alla fuga abbandonando le creature e lasciando il piu' e il meno a chi lo sa gestire meglio di me.
Casa..finalmente..antistaminico+cortisonico+moment...ci sono volute tre ore per riprendermi.
Sono allergica ai cavalli.

Emma

venerdì 23 settembre 2011

............


........e se mi cade un pezzo di satellite in testa?
Un po' ci penso..........

Emma

giovedì 22 settembre 2011

12 mesi



Tempo di bilanci.
Un anno fa.
Dodici mesi cosi' intensi, cosi' vissuti da lasciare un segno indelebile.
Un anno fa un incontro.
Ora? Ora solo incapacita' di mantenere il bello che c'e' stato.
Le emozioni forti, i sentimenti veri che nascono improvvisi, che travolgono inaspettatamente la vita non si possono trasformare.
Ora lo so.
Nonostante questo io non posso chiudere. Non ne sono capace, non voglio nemmeno.
Perche'?
Lontananza, silenzio, indifferenza.
Ci si abitua a tutto.
Spero che serva, almeno questo.
Ho un sacco di dubbi su me stessa. Su cio' che vedo io e cio' che traspare.
Coincidenze..i moda' in tv ora..
Non riesco a rendere la realta' in parole.
Ci sono affetto, rabbia, tenerezza, sconforto, sconfitta.
"Tanto indietro non si torna" stanno cantando cosi'..

Emma



 

Per Petu..





jaymanuel456


Tyra-Emma....!!!!!!!!!!!!!!

mercoledì 21 settembre 2011



Oggi passa questa.



  
Mi piacciono i ciuppa-ciuppa panna e fragola.
Mi sarebbe piaciuto un grande entusiasmo per la chitarra…. "bello, ma non ci vado." Tassativa la ragazzina..
Non mi piace che qui in uff diano per scontate un sacco di cose, del tipo che solo una donna possa raccogliere i soldi per un regalo. ‘sta cosa mi sta proprio sul cazzo, inutile abbellire la realta’ con parole meno scurrili..
Io naturalmente non so dire di no..idiota.
Il mio parrucchiere e’ inaffidabile nonché introvabile, questo mi e’ costato il doppio in termini monetari pur senza un risultato doppiamente esaltante.
Che altro? Equitazione e’ uno sport da ricchi, inutile negare anche questo. Io avrei preferito chitarra, ribadisco.
Ho già acquistato buona parte dei regali di Natale.
Mi sono rimessa a dieta e sono sempre più consapevole di quanto sia bello mangiare quando ne hai voglia e quello di cui hai voglia, ricompenserò la mancanza con altrettanto nervosismo.
Per ora può bastare.
 
Emma

 

Diario di un killer anaffettivo


Voler sentirsi parte dell'universo mondo, in pace con la natura, esseri umani compresi.
Professare l'amore universale che tutto sana, buttarsi per terra e veder sbocciare tutt'intorno fiori profumati e piante rigogliose, talmente l'energia emana da te.
Lanciarsi nello spazio siderale e fondersi con il cosmo.
Abbracciare il tutto e vibrare come una stella danzante.
Sorridere per una felicità più grande.

Non riuscire ad evitare un contrattempo uscito dall'ombra del lato oscuro, imbracciare il fucile a cannemozze da una parte e la scure da guerra dall'altra e far salter teste in una scia di sangue e vendetta splatter.
Come si dice? Ah, sì, ipocrita del cazzo. Così, volgare e dispregiativo...
petunì

martedì 20 settembre 2011

mercoledì 14 settembre 2011

Spazio-Petu riservato (ai soli buddha). Astenersi perdigiorno.


"Cos'è un buddha?


Un buddha non è un Dio, un santo, un superuomo o un essere sovrumano.


E' uno di noi.


Uno qualunque.


E' semplicemente uno che ha eliminato la sofferenza.


Non dal mondo, ma da dentro di sé.


Non soffre più.


Non s'adira.


Non odia.


Non prova gelosia, invidia, rancore.


E neppure tristezza, ansia, angoscia.


E neppure bramosia, avidità, egoismo.


Ma cosa vuol dire: che è un apatico, indifferente, senza sentimenti?


Nossignori.


I sentimenti ce li ha.


Tutti.


Ma non li esaspera.


Non li fa crescere.


Non se ne fa schiavo.


Non li alimenta.


Parlo di quelli negativi.


Alimenta soltanto quelli positivi.


Che sono serenità, pace, allegria, gioia, armonia, amore.


Riesce cioè a rimanere sereno dentro di sé nutrendosi di sentimenti positivi, godendosi i sentimenti positivi e neutralizzando i sentimenti negativi.


La sua mente è sempre serena, calma.


Vive di gioia, di allegria, d'armonia, d'amore.


E infonde intorno a sé gioia, armonia, amore, allegria, buonumore.


Perchè ha conquistato la serenità."

Giulio Cesare Giacobbe COME DIVENTARE UN BUDDHA IN 5 SETTIMANE, Ponte alle Grazie


 


(e gli piace il samba! E' l'uomo giusto per me!)

petu e l'Asse Buddha-Brasile

martedì 13 settembre 2011

figli maschi


Sciagurate dispensatrici di medicamenti malsani!
Perché nel grande disegno pedagogico genitoriale, invece di instillare sensi di colpa con quel certo grado di piacere perverso e autogiustificante, ordito a presunti fini contenitivi e di controllo, non aiutate a crescere incoraggiando?

Perché devo sentire ancora dalla Madre di un Uomo “Maschi? Fedeltà assoluta sempiterna”.


Io non voglio fedeltà assoluta sempiterna dai miei figli maschi.
Vorrei poter augurare a ciascuno di loro un sorriso da uomo libero e un cenno di saluto della mano, dal ponte passeggeri di una nave che sta lasciando il porto.
petunia

sabato 10 settembre 2011


E’ che se non si e’ dentro una situazione e’ difficile contestualizzare, capire, commentare.
Molte cose di quello che mi sta capitando non sono chiare nemmeno a me.
Conosco i lati positivi e negativi di una persona molto bene, nonostante cio’ non ne vengo a capo.
Perche’, insomma, i sentimenti sono altro, non categorizzano, non archiviano pratiche o casi classificandoli metodicamente.
I sentimenti sfocano il reale, lo sfumano continuamente..
Cosi’.

Emma

 

giovedì 8 settembre 2011



Entro...login, semplice, abitudine ormai consolidata.
Non volevo pero'.
Sono testarda anche con me stessa.
Ho scritto ovunque, tranne qui.
Difficile incatenare le parole, alla fine esplodono e fanno anche piu' danni.
Libere e sciolte non si gonfiano di significati inutili.
Ma non qui, per ora non qui.

Emma



 

martedì 6 settembre 2011

Irriducibili


Ho letto La solitudine dei numeri primi e ho pensato che questo Paolo Giordano fosse stra-ordinario per la completezza della sua testa: laureato in fisica teorica e allo stesso modo capace di mettere in parole situazioni, sentimenti e caratteri così profondi, poliedrici e difficili.


Ero reduce dalla lettura di La vita e il tempo di Michael K (poi per fortuna lo sfondo era la grecia, altrimenti c'era da spararsi) e mi sono ritrovata a riflettere sulla similitudine tra due personaggi, Alice e Michael, due irriducibili.


Gli irriducibili vivono la propria vita senza chiedere nulla gli altri. 


Una vita che prima o poi suscita in qualcuno la voglia irresistibile di cambiarla. Per redimersi.


Ossia, uno con lo spirito del missionario incontra prima o poi, per sua stessa elezione, un irriducibile e pensa che se lo riuscirà a salvare da se stesso, avrà assicurata la redenzione.
(Questo pensiero nel missionario è a livello di latenza, però).


Invece l'irriducibile non può cambiare. 


E il missionario si frustra in maniera irrimediabile.


L'irriducibile non vuole nulla.


Di sicuro non vuole cambiare. Non considera alcuna alternativa.


Non vuole nulla dagli altri, tanto meno affetto. 


Ne è disinteressato, semplicemente.


L'irriducibile vive ai margini, senza che gli altri neppure se ne accorgano.


Probabilmente suscita angoscia.


Ma questo è un problema solo per chi la prova. 

petu

giovedì 1 settembre 2011

Routine, sì grazie


Rieccomi in cucina, dopo la doccia quotidiana dei piccoli, puliti e profumati nei loro pigiamini.


Farfalline al pesto, ma anche un po' di riso Thai per me, così profumato, che mi porta là ('da passare volando a pochi centimetri sul grano della mia terra'). 


Una scottata al filetto di tonno, mentre condisco valeriana e pomodorini pachino tagliati in due.


Metto sul piatto e guarnisco con glassa di aceto balsamico e sale nero delle Hawaii (magari lo fanno a Cinisello Balsamo, ma vuoi mettere?). 


Ascoltiamo Lucio Dalla, 1979.


I bambini mi dicono 'che buona cena tranquilla, mamma'. Devo investigare meglio sul significato che attribuiscono al termine tranquillo. 


E io sono felice.


E' così. A me salva la routine da accudimento.


Non da intrattenimento, ideale irraggiungibile.


Da accudimento.


Va bene così.


 


petu



martedì 30 agosto 2011


La manovra anti amazon non mi piace..........
Sicuramente mi fara' tornare in libreria..ma insomma, il 40% in meno non era male.
C'e' tempo fino a domani!


http://www.corriere.it/cultura/11_settembre_01/sconti-libri-legge-levi_ca86c2a4-d468-11e0-b70d-4333dfe15096.shtml


Emma

lunedì 29 agosto 2011


E già, già.


E sì, sì. 


Ci mettiamo in discussione, studiamo, cambiamo, miglioriamo, leggiamo, soffriamo quel pathos lirico che ci fa sentire un brivido lungo la schiena e vivere l'illusione di essere un po' meglio degli altri...


Per di più si torna da un paese semplice (più che semplice, in bancarotta) che ispira ad una vita frugale che disdegni il superfluo.


E poi...


E poi sfanculo i figli e faccio la posta alla babysitter acquattata dietro la porta che neanche l'FBI. 


Entra e niente ciao come stai, come hai passato le vacanze, sei contenta, no. 


Oggi mi tieni i bambini 4, dico 4 ore su 4 ciao.


E sono già in autostrada con gli occhi col simbolo del dollaro, come Paperone quando fiuta l'affare.


Zigzago sulla Milano Torino sacramentando come un camionista polacco.
Dai che non c'ho tempo! 


Che ebbrezza, però, questa libertà. Che fremito questa fuga.


Pago il casellante con un sorriso a 38 denti, mi fermo poco più avanti, e rido di gusto.


Davanti a me la nota scritta: OUTLET.


Ah, tempio liberty di lussuria e perdizione, bramosia e cupidigia.


Sodoma e Gomorra di ogni femmina.


Giro svelta sui miei zoccoletti caprini, inforcando nel tridente cose goduriosamente inutili.


Placo la sete epicurea e mi rimetto in macchina.


'Bambini mi siete mancati', dice l'angelo ipocrita.


Ora tutti dormono e mi godo il bottino senza neanche un senso di colpa.


D'altra parte domani mi tocca persino cominciare a lavorare, un'aspirante casalinga disperata si potrà pur consolare in qualche modo!

petu kiko



A volte diventa un’ossessione.
L’abitudine negata da’ vita ad un comportamento quasi maniacale.
Come il divieto di poter fare qualcosa, scatena il desiderio mascherato da bisogno del dover fare prorprio quella cosa..che sembra quasi non si sopravvivrebbe altrimenti..
Eh..e’ semplicemente necessario domare la mente, placare l’istinto, attendere che la negazione stessa diventi abitudine e sperare in un briciolo di saggezza in piu’ che impedisca ricadute.
 
Emma

 

domenica 28 agosto 2011

Kalimera!


Chiamato??


Eccomi!


E' che non avevo molta voglia di lasciare quel mare, quel sole, quella terra arida, ma ospitale, che resiste battuta dai venti di levante e ponente e non perde il sorriso.


Per non parlare della notte, poi.
Così luminosa di stelle che sembra un sogno, con la via lattea che solca il cielo da una parte all'altra. 


Certe cose non ti fanno andare via.


Hanno proprietà magnetiche.


E se vai via ti fanno tornare, inevitabilmente.


Bello, bello tutto. Sto bene e sono piena di buoni propositi.


Domani è il mio ultimo giorno di ferie.


Pesa ricominciare il nuovo anno, ovvio.
Però, con una giornata come questa, mi sembra la Grecia anche Milano.


E questo mi fa capire che spesso la gabbia è quella che ci mettiamo in testa noi e che bisogna stare bene attenti a non fare diventare prigioni le cose che poi, alla fine, non lo sono affatto.

petunì kiriakì

venerdì 26 agosto 2011


Dai, mancano solo cinque giorni.
Poi faro' tabula rasa.
Smettero' di intestardirmi sulle persone a cui tengo.
Impossibile cambiarle, quindi, se diventa impossibile accettarle, interagire, taglio netto e definitivo.

 
Petu, sei atterrata?
Sto aspettando la tua chiamata!
Welcome back Tesoro!

Tra i buoni propositi di settembre c'e' anche il chiudere carta di credito e bancomat in cassaforte.
Due vestiti/due paia di scarpe....la scusante? Un Battesimo e una Cresima......E' sorprendente come riesca ad autogiustificare ogni singola spesa.
Ora basta pero'...

Emma

 

mercoledì 24 agosto 2011

....



..come vorrei non saper prevedere quasi tutto...

Emma

P.S. Ma che cazzo di delusione.

P.S.1. Il conoscere a priori non evita l'irritazione. 

P.S.2. Un finale a sorpresa mette fine a tutto. Non dipeso da me, illuminante. Fine.

P.S.3. Altra sorpresa. Sono tanti piccoli pezzi che messi insieme disegnano questo finale che reputo difficile e triste.


 

martedì 23 agosto 2011

Thinking



Pessimismo cosmico latente, forse generato dalla notte insonne.
Sono nel nuovo ufficio. Ho persino le finestre..un benefit.
Mah, a chi i soldi, a chi le finestre...questione di.....(ditemelo voi due!)
Sono sveglia dalle 4 e ho timbrato dopo le 8. Com'e' possibile?
Troppa attenzione ai dettagli, un escamotage per sviare l'attenzione dallo sguardo assonnato. Pero' anche i trucchini nuovi di kiko mi hanno impegnata parecchio..
Riusciro' mai ad uscire di casa al naturale?? Che ridicola schiavitu'. Perche'? Perche' non lo faccio?
Teso, potresti anche tornare, non ti pare???!
Il mio buon proposito di settembre riguardera' il relazionarsi. Vorrei essere aperta come te. Vorrei solo analizzare piu' a fondo la mia instabilita', che, se penalizzasse solo me, non la considererei un problema..

Ti aspetto.
Emma
 

domenica 21 agosto 2011

Casa



Avevo bisogno di rientrare.
Certo non mi aspettavo l'afa insostenibile, le zanzare affamate e l'ambrosia da antistaminico-subito.
Le bambine sono ancora in montagna per gentile concessione dei  nonni.
Io domani riprendo.
Ho postato incessantemente nella mia testa. Ora rimangono solo percezioni impalpabili e difficilmente recuperabili.
Al mare e' andata bene. In montagna la convivenza con gran parte della famiglia e' stata impegnativa.
Ormai sono fuori dal giro.
Mi sono accorta che la mia asocialita' sta crescendo. Insofferenza, incapacita' di fingere. 
Sono forse l'unica a percepire quanto l'equilibrio sia precario..oppure sono l'unica che non vuole stare in equilibrio.
Mia mamma sarebbe stata un ottimo diplomatico. Frena i miei impulsi, quelli che potrebbero far crollare quel castello di carte che e' la mia famiglia...mia? Sua.
Mi adeguo, comunque. Ha un ascendente pazzesco su di me.
Da domani la routine che cancellera' velocemente questo mese di ferie, come altrettanto velocemente tornero' pallida e senza segni.
Passa tutto. Cosa resta? Qual e' lo scopo?

 



Emma

   


giovedì 18 agosto 2011

Non c'è tregua....

Queste vacanze richiedono una continua ed estenuante opera di mediazione diplomatica che annulla qualsiasi beneficio.

Emma

lunedì 25 luglio 2011

pensiero greco


Una settimana, e partirò anch'io.
'Non so se voglio tornare, quest'anno. Sto là...'.
'Si potrà mica vivere di sola feta'.
'In questo momento ho la forza solo di affrontare una società semplice'.

petunì

domenica 17 luglio 2011

va bè


Dissi l'anno scorso che sconto in vita il peccato di presunzione di aver pensato di poter avere quanti figli avessi voluto.


Evidentemente, sono scaduta come le uova dimenticate in frigo dietro la scatola del formaggio, che quando leggo la data, ho quasi paura a prenderle per buttarle via, col casco e i guanti degli artificeri, che mi detonano in mano.


Ma che passaggio naturale, mi si drizzano i capelli in testa.


In realtà è qualcosa che, quanto meno a me, sta sulle palle in un modo tremendo.


Il che non significa affatto che creda non sia giusto


Lo è. 


La natura è correttissima nello stabilire i tempi (benchè stronza nell'elargizione dei favori per genere).


Ma l'idea della scadenza, quando arriva, è insopportabile.


Nella mia prossima vita, ponendo l'università come irrinunciabile e finendola sui 24, volendo lavorare quei 4 anni dignitosi, a 28 mi sposo e ho il primo-gemito / a 29 il secondo / a 31 il terzo / a 33 il quarto. 


Arrivo così sulla soglia dei 40 con l'ultimo alle elementari, per poter dare libero sfogo all'altro fenomeno naturale che si chiama Autoaffermazione dei 40 (pernicioso per le madri, ancora di più per i figli, che si salvano solo se sono già fuori dalla zona imprinting).


 


Fa niente. 


Meglio non fare considerazioni troppo profonde (!?) in questo periodo.


Sta finendo il mio anno...mancano due settimane e 3 sono le cose che so di voler fare:


- uscire con te martedì sera


- andare al concero di Ruben Blades il 27 al Festival


- prendere l'aereo che mi porta in Grecia (dalla quale non so se vorrei tornare, questa volta)


petu

giovedì 14 luglio 2011

Coinvolgimenti emotivi



Caspita…ieri dovevo terminarlo, cosi’ ho fatto l’una.
Una sensazione di ansia, mista a rabbia, frustrazione e tristezza mi teneva incollata a quelle pagine infinite.
Volevo arrivare all’ultima, al lieto fine, per forza.
Adesso avrei bisogno di qualcosa di non impegnativo, di assolutamente leggero e non coinvolgente.
Vero e’ che per appassionarti a questo libro devi essere donna, devi essere madre, devi aver vissuto certe situazioni per penetrare questo contesto cosi' emozionalmente faticoso e delicato.
In piu’, teso, ho scoperto una cosa su casa nostra:

Margherita: Innocenza
Petunia: La tua presenza mi consola

Non ti sembra perfetto?
 
Emma



lunedì 11 luglio 2011



Leggo la notizia sul Corriere: “Verga riposa nel degrado”.

Be’…poi l’articolo descrive il degrado in cui versa l’intero camposanto, degrado che non discrimina..

Quando ero piccola tutte le domeniche mi portavano al cimitero dove riposano i miei nonni. 
Mentre mio papa’ si occupava di cambiare i fiori, io mi impossessavo di quelli scartati ma ancora accettabili e li portavo su una tomba dimenticata da tutti.
Un bambino morto in fasce. Nato il mio stesso anno, mi chiedevo in continuazione perche’ nessuno si occupasse di lui.
 
Mi prendevo cura della sua dimora eterna, soffrivo per la sua trascuratezza.
 
Poi un giorno, a distanza di molto tempo, non l’ho piu’ trovata.
Estumulazione credo..credo che i suoi resti siano stati spostati in quei piccolissimi loculi che raccolgono solo le ceneri.

 
Insomma, non era Verga, ma era degno di identico rispetto.
 
Cosi’.
Emma

venerdì 8 luglio 2011

ultimo


L’ambulanza sfila piano e silenziosa sulla provinciale grigia.
Si ferma, mi aspetta a lato della strada, ho preso un rosso.
Che gentili, non mi sembra possibile.
E’ stato organizzato il trasferimento di mia mamma in una struttura dal nome mitologico, attrezzata per accogliere pazienti…così, il cui grado di coscienza è, si spera, pari a zero.
Tecnicamente si chiamano Pazienti in Stato di Coma Vegetativo.
Il dottore che ha la responsabilità del nuovo insediamento si dà un gran daffare.
Arriva un esercito di infermieri da tutte le parti del mondo: un signore messicano, una signora dell’est, una signora colombiana (Sudamerica batte Est-Europa 4 a 1, alla fine, escludendo il Far-East).
Tutti bianchissimi, tutti ordinatissimi, tutti organizzatissimi e capacissimi.
Mia sorella sparisce con il dottore, mia mamma nel suo letto nuovo, io nella parete del corridoio.

Vado all’ingresso, dove delle enormi vetrate sul giardino danno l’impressione di essere in quei patii in stile liberty della Belle Epoque.
Mi prendo un tè e mi guardo intorno.
 
E significa progresso, in questo occidente da bere, riuscire ad aumentare la vita media di un individuo.
Bene, assodato. 
Però una cosa è contare quanto tempo passa da quando dicono ‘E’ nato’ a quando dicono ‘E’ morto’, un altro è dare uno sguardo alla qualità di questa vita che viene miracolosamente allungata, ma non sempre è degna di essere vissuta.
Suvvia, cerchiamo di essere pragmatici: non importa COME, importa vivere.
Va bene.

Vengo richiamata per rievocare la vita intera della mater nel giro di un questionario, che mi sorprende anche un po’.
Mia sorella e io ricordiamo, sorridiamo, piangiamo.
‘E’ normale’. Grazie, Signora Psicologa, sì, lo pensiamo anche noi, ci sentiamo molto normalmente tristi in questa occasione.
Le farete ascoltare le canzoni anni ’50. Va benissimo, piacciono anche a noi.

Io adesso devo andare, però.
Lo sento. Sale. Piano. Mii succede sempre.
Anche al pranzo di Natale.
Anche al mio matrimonio.
Io, ad un certo punto, devo andare.
 
Guido verso il lavoro (ma che cavolo ci vado a fare?!) e ascolto gli Stadio.
E ripenso alle due signore anziane che ho visto poco prima, sedute sul divano dell’ingresso abbastanza vicine da poter essere considerate intime e piacevolmente allietate da quella intimità, così dignitosamente presenti nelle loro camicette a fiori, nelle loro collane di perle, con i capelli bianchi di lacca e i rossetti accesi.
Parlavano fitto fitto, ridendo discrete.
Così, mi piace immaginare che possa andare, invece.
Petu

lunedì 4 luglio 2011

agape


Uh, non hai esternato.


Piuttosto strano, mi sono collegata questa sera per leggere un po' di resoconti e invece nulla.


Non mi devo preoccupare, vero?


Farò un paio di considerazioni, allora, che tu smentirai puntualmente, perchè sei mia amica e mi vuoi bene. 


Placato il mio animo in subbuglio, continuerò a percorrere i miei piccoli binari rinfrancata nell'amor proprio.


Dunque, Prima Considerazione: dovrei fare la casalinga.


Ossia, solo la casalinga. Beh, certo continuare a studiare, ma siccome sto diventando un orso, non sopporto e non so più gestire i minimi imprevisti della vita quotidiana (non ti dico le tragedie) e sembra che ultimamente, diciamo negli ultimi 3 anni, stia bene solo a casa mia, viene spontaneo riassumerlo.


E poi sono tutelate per eventuali infortuni domestici e hanno la pensione.


Starei tutto il giorno con le mie spugnette color lavanda e Mastro Lindo. 


Mi sento tagliata per questo lavoro!
 


Seconda Considerazione...la faccio domani che sono troppo stanca...


p.

mercoledì 29 giugno 2011

Com'è che le sensazioni nei sogni sono così reali?
Poi sfuggono, si dissolvono lentamente, nonostante la lotta per continuare a percepirle e renderle concrete.
Alla fine che importa?
Non resta che arrendersi all'evidenza.
Rimane la speranza che chiudendo gli occhi tornino.

Emma

martedì 28 giugno 2011


Nessuna grande novità.
Nessuna rivelazione fondamentale deducibile dalle circostanze terrene.
Magòno un po' ascoltando gli Audio 2, e tu potresti ben dire che sia a causa della sua voce nasale, invece no, è per il loro potere rievocativo, in queste sere così chiare e malinconiche, che mi fanno venir voglia di uscire e rimanere sdraiata tutta notte a pancia in su in un prato, a guardare le stelle. 
Rievocativo di anni belli e semplici, la cui presenza vera  non mi faceva elemosinare in giro parvenze di esperienza da cui farmi adottare, così com'è ora.
Preparo la cena per i piccoli e finisco il piatto con un rametto di rosmarino e lavanda o con ghirigori di glassa gastronomica. Loro si divertono e io spero che un giorno percepiscano la differenza nelle cose.
Mi faccio coraggio.
Oggi li vado a prendere a scuola e poi andiamo un po' al parco in bici.
Bello.
In questo vento caldo, che poi mi mancherà terribilmente, anche lui.
p.

giovedì 23 giugno 2011

Nascondigli…

 


Nell’eta’ piu’ malinconica trascorrevo infiniti momenti chiusa in macchina (chiusa nel garage), nel serraglio del mio cane (con il mio cane), nell’angolo dietro al divano.
 


Erano luoghi che mi rassicuravano, che mi concedevano pause in solitudine.
Mi mancano i miei nascondigli.
Oggi ci passerei la giornata.

Emma

lunedì 20 giugno 2011


'La mamma non sta bene, ci sono qui i Soccorritori, vieni, ma guarda che non so se ce la fa, guarda che non so se ce la fa!'.
 


La telefonata era stata segnata nel nostro destino da un giovane dottore dell'UVA (Unità Valutazione Alzheimer), che riconobbe, tra i sintomi di mia madre, alcuni che facevano parte di un'altra malattia neuro-degenerativa, che compromette, ahimè, alcune capacità fondamentali per la sopravvivenza di chi ne è affetto.


 


E' anche arrivata più tardi delle previsioni, questa telefonata. Ma è arrivata.


 


I Soccorritori. Mi è sembrato un termine antico. 


Di chi custodisce con rispetto gli insegnamenti dell'arte medica, in primis quelli tramandati di padre in figlio.


E' esattamente così.


 


Prendo la macchina e passo tra i campi: orzo, mais, qualche pioppeto, un micro-agglomerato rurale con le persone fuori dalle case a prendere il fresco della sera.


La scena media la disperazione.


Ho pensato tante volte che forse sarebbe stato meglio così. Ma non è vero. 


 


Poi qualche palazzo, la piscina comunale, giro a destra.


E' una sera appena iniziata, limpida. 


I lampeggianti blu scintillano, li vedo in lontananza.


 


Posteggio. 


Ed è tutto come 11 anni fa, l'ambulanza fuori da casa, la porta spalancata, la stessa stanza, tute arancioni  che si affaccendano attorno a un corpo inerme.


'Me lo devi dire, continuo?'. 


Sono colleghi, lui e mia sorella. 


Lui è un anestesista, esce nei casi più gravi. 


Lei ora è soltanto una figlia.


Il cuore riparte da solo. 


 


Sotto il neon ballerino di un corridoio di ospedale in notturna, io e mia sorella non ci diciamo una parola.


Poi lei esce e va a fumare.


Io sono una comparsa.


 


'Torna a casa, ti faccio sapere, ti chiamo dopo'.


 


Passo dalla povera signora che si prendeva cura di mia mamma e che si dispera pure lei.


'Ti faccio sapere'. 


In una misera scala gerarchica del sapere.
'Ti faccio sapere...'.
p.

(teso...)

mercoledì 15 giugno 2011

Models


Ginevra non ce l'ha fatta...
Alice vince, vince Perugia, che strano.
Se dimostri di avere carattere non puoi permetterti di cedere.
Vince la crescita costante.
Le aspettative alla fine demoliscono, come sempre...
Io, comunque, non avrei mai avuto il coraggio di partecipare..

Ciao Teso,

Emma Model Inside!

lunedì 13 giugno 2011

Abbinamenti errati.



Mi e' venuto in mente che una volta, tanto tempo fa, quando cosa indossare non era per niente prioritario, sono stata derisa dalle mie care amiche del liceo, per niente fashioniste, per un paio di calze azzardate che si intravedevano tra le scarpe e i jeans.
Ogni tanto questo pensiero torna a disturbarmi.
Capivo che ridevano di me e io facevo finta di niente.
Ma se, a distanza di anni, il ricordo e' ancora vivo, forse un po' mi ha ferita...
So per certo che quelle calze non le ho piu' indossate.
So per certo che non mi sono mai permessa di deridere nessuno.
So per certo che e' uno dei mille motivi nati in eta' adolescenziale che mi impediscono di fidarmi e di credere nell'amicizia.
So per certo che ora sono maniacale negli abbinamenti.
Per un paio di calze....
Che poi si puo' ridere insieme, senza ferire.
Ciao Petu, volevo rompere il silenzio.

Emma che si fida solo di te.

giovedì 9 giugno 2011


ffff...


l'avevo preparato scritto a penna sul mio quaderno mentre preparavo la cena da sola in cucina e le pentole sbuffavano...
ora volevo trascriverlo, ma mi sono attardata a leggere il post di una tizia famosa (?!).
E se mi ci metto non finisco in tempo per togliermi la crema colorante dai capelli, che se sforo mi ritrovo calva.
Già solo respirarne i miasmi mi provoca allucinazioni!
Va bè, ci riprovo domani, teso, eh? Che non è periodo.
Sto combinando certi casini, che solo a risolvere quelli sono impegnatissima!

petu underpression, but blond insideout

mercoledì 8 giugno 2011



Sono qui di fronte a questo spazio bianco.
Il colore dell'innocenza, della purezza.
Un vuoto positivo che riempio rovinandolo con pensieri assenti.
Parole insensate che scorrono veloci questa sera.
Un percorso povero di spazi bianchi.
Ricco di colori, di sfumature, di ombre, di giochi di luce, di buio totale.
Un percorso che si e' arenato.
Un attimo per riflettere.
Cosa sto facendo e perche'?


Emma

venerdì 3 giugno 2011


Ho delle risposte in sospeso, qui.
Non risposte forse, ma scambi interrotti.
Sono lontana.
Poi mi chiedo se serve giustificarmi come al solito.
E’ come se immaginassi qualcuno dall’altra parte del monitor che si dispera per la mia mancanza..
E’ pura presunzione. Presunzione paradossale, sentita da una che non crede di valere tanto.
Quindi e’ sempre tutto un gioco di contrasti e di contrari.
Sentimenti amorevoli rivolti al prossimo che rasentano la preoccupazione per la mia negligenza e assoluto sentimento di ridicolo verso la me stessa che crede di poter suscitare tanto.
Mah..ormai ci convivo.
Mi sentivo pero’ di spiegare la mia lacunosa presenza.

Emma

 

lunedì 30 maggio 2011

go home!


Milo e La Petu
laggiù, nel cuore verde della Patagonia,
Enel go home! 

domenica 29 maggio 2011



Penso che un percorso di crescita e di conoscenza di se', implichi l'apprendere, il riconoscere e l'accettare i propri limiti.
Mi riferisco a quelle peculiarita' caratteriali che possono essere limitanti nel rapporto con altri.
Ora, la scelta puo' ricadere sul migliorarsi e domarsi o sul prendere semplicemente coscienza e subirne le conseguenze.
E' vero che ci sono dei lati del proprio carattere che e' difficile segregare in qualche angolo, forse perche' fortemente radicati.
In questo caso pero', l'evidenza che questi minano lo scambio o addirittura lo escludono non ammette scusanti.
Non e' ammissibile far ricadere su altri colpe o accuse che abbiamo generato noi stessi.
Credo sia immaturo e comodo tale atteggiamento.
Se le conseguente sono troppo pesanti, forse e' il caso di interrogarsi e tentare di capire, piuttosto che perseverare additando gli altri come responsaili.



Tutto qui.



Emma