domenica 16 maggio 2010

Perchè a volte non mi basta


'Sono così infelice per causa tua e questa cosa mi fa ancora più male, ma penso che l'unica soluzione sia accettarlo, accettare che sia successo, succeda e succederà che ci si ferisca a morte come nemici, a volte, e che ogni altro modello sia utopico. 
Cioè, non si tende naturalmente al modello della compassione, neppure se con quella persona ci hai fatto dei figli e vivi, dormi, mangi, insieme.

E' una questione di aspettative: tu pensi che possa parlare di begonie con tua madre, di cui ho dovuto sopportare gli umori per 10 anni, da quando ti buttava le braccia al collo e stava lì, come una fidanzata a sottolineare il possesso...in mezzo al cortile, e io provavo già vergogna. 

Io ti attribuisco capacità gestionali che magicamente esulino dal campo lavorativo per dar prova della loro forza anche in altri ambiti, ma non è così.

Oggi provo la stessa disperazione che ho provato un novembre che speravo di non dover rivivere più.
Perchè non capisci che certe cose, con me, le devi solo lasciar andare e invece ricordi la madre de 'le correzioni' di franzen.
Tu mi vuoi correggere su di un tema che è uno sciatico necrotico, quando basta stendere il pietoso velo e intrecciare i piedi sotto le coperte.

E per finire con l'ultima parte del copione, lanci quella che per me è una bomba atomica con la scriteriata e dilettantesca inesperiente speranza che non faccia danni da bomba atomica.

E così mi perderai'.

p.

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