lunedì 17 maggio 2010

Interpretatemi


Dunque, nel week-end rinsavisco.
In piu’, dopo che ha osato parlare male del mio preferito dell’ufficio, mi e’ andato giù di tono.
Ragazzino, chi ti credi di essere per parlare così di uno che ha un’esperienza che te la scordi, che ha un carattere invidiabile, che ha come unico difetto quello di non lamentarsi, di non sparlare e di farsi i cazzi suoi?
Chi sei tu, ambizioso cervello elettronico, per dire che lui non ti va a genio????
Tu che te la tiri tanto perché hai non so quanti cazzo di contatti su linkedIn….ti fossero serviti.
Dicevo, nel week-end rinsavisco…devo stare con chi mi fa stare bene, sempre la solita solfa, ma mi sento più convinta del solito.
Arrivo in uff, lo vedo, un po’ in palla per le dimissioni, la comunicazione dell’evento ai cari colleghi, i tentativi di recupero da parte dei capi…porte degli uffici che si aprono e si chiudono e quando si chiudono significa che c’e’ qualcosa che bolle in pentola.
Per non parlare degli sguardi d’intesa di “chi sa” che guarda con aria di sufficienza “quelli che non sanno” perché sono anche quelli antipatici che stanno più su di loro, che hanno più soldi, più responsabilità, job grade più elevati o che semplicemente sono i cocchi dei capi….ma che non sanno questa cosa…e voi per una volta vi sentite superiori a loro e pensate di avergliela messa in quel posto perché sapete quello che loro non sanno…ma, tesori miei, amici del dimissionario, quello che voi sapete adesso loro lo sapranno tra un’ora. Vi siete goduti un ‘ora di gloria che serve a compensare le vostre frustrazioni. Vi dico una cosa, anche questa passerà. La gente se ne va, ne arriva di nuova, ma finché   questa cosa non riguarderà voi stessi in prima persona non cambierà niente. Non illudetevi, cari complici del sovversivo.
Scusa ho un po’ perso il filo.
Comunque, lo vedo, e già vorrei scrivergli, vorrei mangiare con lui e non con colui che lui non ammira ma che io ammiro e che mi fa stare bene.  Che palle.
Però rimango qui, seduta alla mia scrivania. Lancio un paio di stampe alla stampante vicino al tuo uff.: tristissimo tentativo di palesarti la mia presenza senza espormi troppo. Niente. Il nulla. Oggi mi hai solo sventolato sotto il naso la copia delle tue dimissioni.  Viva me.
 
Emma

 

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