Oggi colloquio con capo.
Ok, cambio mi butto nella tana dei lupi. Va bene.
Vede la mia palese delusione, cerca di recuperare.
"Ma dai, ce la fai, lo sai loro sono cosi', tu sai capire le personalita', saprai cavartela, serve solo un po' di baby-sitting...."
Certo, almeno riconosce qualche mio merito, penso io..
Ma no, senti Petu, senti cosa mi dice:
"E poi, non neghiamolo, tu sei bella, piaci agli uomini, puoi usare questa cosa per far fare loro cio' che vuoi".
Il vero lupo mi ha sbranata.
Io vomito.
Petu, soccorri il mio cervello.
Emma
Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere. Blog sentimentale.
lunedì 28 febbraio 2011
Che schifo.
domenica 27 febbraio 2011
quale è il problema?
Con la mia poca esperienza non posso dire di avere una statistica significativa in mano, ma qualche americano l'ho conosciuto e questa sera, non so perchè, mi viene voglia di avere il loro ottimismo.
Perchè tutto si può dire degli americani, ma non che non siano ottimisti.
Sono davvero interessati a te e alle tue idee e non diffidenti come chi ha il retaggio della fregatura nel patrimonio genetico.
Sono molto amichevoli e hanno uno straordinario atteggiamento incoraggiante con gli sconosciuti.
Ti augurano buona giornata come una benedizione...
Ti augurano ogni bene.
Sinceramente.
Questa sera vorrei avere l'ottimismo degli americani e il coraggio di un italianino, un giovane professore associato dell'Università degli Studi di Padova, che si chiama Massimo Marchiori e che ha intuito l'algoritmo alla base del motore di ricerca Google, a metà degli anni '90, su cui altri hanno poi lavorato.
Tra le altre cose.
Gli USA gli avevano offerto immediatamente un lavoro prestigioso e uno stipendio di migliaia di dollari al mese.
E lui per un po' è stato lì.
Ma certi spiriti nascono così, nostalgici e idealisti. Coerenti ed eroici.
Ed è tornato in Italia, perchè lui è Italiano, dice, deve stare qui.
E dice anche che non è giusto pensare unicamente all'accumulo di danaro, altrimenti una società si sgretola.
Riesce ad ottenere 1.000 € all'anno (all'anno) da dedicare alla ricerca.
Un giorno capirò qual è il problema del mio Paese.
Petunì
sabato 26 febbraio 2011
venerdì 25 febbraio 2011
Amara ironia
Senti Petu,
con amara ironia dico che proprio non ne imbrocco una...
A questo punto ne' mi autoflagello, ne' mi scuso, ne' altro.
Continuo a vivere.
E visto il periodo di merda, cerchero' di utilizzare cotanta ricchezza di letame per coltivare il famoso pelo che deve crescermi sullo stomaco.
Portiamo a casa un risultato, che dici?
Almeno al lavoro.
Lunedi' si cambia, per forza, va bene, cambiamo fino in fondo.
E per il resto, metto le lacrime nell'annaffiatoio che servira' sempre al germoglio di gramigna da cui mi faro' infestare...che si dice abbia un'elevata resistenza al calpestamento.
Che poi io sono allergica alle graminacee..periro' di shock anafilattico.
Emma
Detto....
FATTO....
Se non mi mandi un messaggio con scritto quello che sai....cara la mia Petu, ..zzi tuoi!
Ti pare?
Moi!
giovedì 24 febbraio 2011
Io mi odio profondamente.
Emma.
Certo e le reazioni che tu stessa hai generato ti trafiggono.
E poi vedi che c'e' chi cerca gia' altrove. Io divento pazza.
Cazzo forse questa volta ha ragione mia madre, che poi non sa niente ma di qualcosa si e' accorta...cosa dici Petu mi stendo sul lettino, imparo a farmi crescere il pelo sullo stomaco, lo coltivo e magari faccio anche carriera, visto che oggi non mi sono fatta mancare niente nemmeno al lavoro.
Queste giornate capitano. Ma tu dici che poi passa, e' vero? Passa?
Toujours Moi
martedì 22 febbraio 2011
Cerco me stessa in un mondo irreale.
Rileggo e non mi riconosco.
Vivo di momenti fulminei e intensi dove tutto esplode repentinamente.
Poi la calma ritorna, l'oblio annebbia le sensazioni e forse questo mi impedisce di riconoscermi.
Mi vedo riflessa in uno specchio antico, usurato dalle infinite immagini che ha catturato.
Mi perdo.
Mi perdo nelle innumerevoli personalita' che mi appartengono.
Nei ruoli imposti, nei ruoli agognati, nei ruoli impossibili, nei ruoli reali, nei ruoli effimeri e tormentati.
Mi ritrovo nei sogni.
Forse sono nascosta in uno spazio ideale.
Inquietudine latente, un'ansia di evasione dal reale.
Chi sono io?
Emma
allineamento
Vedi,
è esattamente questo il leitmotiv degli ultimi tempi.
Non so, credevo e credo tutt’ora che nella vita si possa entrare nelle esperienze e uscirne sempre migliorati, qualunque esse siano e non latitare nella versione ‘perpetual beta’, da vita che passa invano.
Me lo auguro, insomma, mi piace immaginare che il diagramma della vita di ciascuno mostri la nota curva discendente, legata all’inesorabile invecchiamento organico, alle performance fisiche e un’altra ascendente legata al miglioramento direi attitudinale, psicoattitudinale forse, caratteriale.
Mi piace pensare all’arricchimento favorito dall’euristica.
Nevrosi mediate, spigoli ammorbiditi, indulgenze conquistate e la volontà di condivisione e accrescimento di un clustering culturale positivo da cui attingere e a cui poter dare.
Coltivare piccoli esercizi spirituali che aiutino a divenire persone migliori, per il gusto di essere persone migliori.
Che auspicabile! (Ma costa tanto).
Invece no. Ho trovato addirittura chi professa l’elogio al peggioramento caratteriale.
Con solito relativo stuolo di accoliti smidollati.
Poi, sai, speri sempre che certe cose facciano solo parte della possibilità che offre il virtuale di essere chi non sei…un po’ come l’omino che si compra il rottweiler per vivere nella sua gloria riflessa, e che nella nudità delle loro esistenze private siano persone amabili e gentili, sincere, almeno lì.
Si sa, l’allineamento in senso negativo è più semplice, è immediato, non costa nulla.
Spero di morire di stenti.
Petunia
2 libri importanti:
L’epoca delle passioni tristi, M. Benasayag G. Schmit, Feltrinelli (2004)
L’ospite inquietanteIl nichilismo e i giovani, U. Galimberti (2007)
Aspettando il tuo post
Sfogo l'incazzatura mattutina....
Capi che proteggono stronzi e maleducati perche'....gia' perche'?
Ligare prima del caffe' e' devastante...anzi...litigare in ufficio per motivi non lavorativi e' da idioti.
Che cogliona cascare nella rete di gente maleducata, ridicola, ignorante e arrogante e piena di se' che gode di queste cose.
Che ti punzecchia, ti sfida, ti porta al limite....
Be' oggi e' superato.
E via che si parte con 'sta raffica di vaffanculo.
Ok, post scurrile, ma rappresentativo.
Posta Petu, ti aspetto...
Emma
mercoledì 16 febbraio 2011
Piove
governo ladro
Significa non interrogarsi sui grandi temi esistenziali in giornate come questa (nella pianura padana).
petu che però incontra derrida. Ed è amore a prima svista
martedì 15 febbraio 2011
Confutazione definitiva…
Corsi e ricorsi storici, esperienza che insegna… No, con me non funziona. No Petu, non ci credo più dopo la seratina di ieri..
Primo, mi sono accorta di essere molto più simile a mia madre di quanto pensassi.
Ma, in questo caso, parte del risultato lo porto a casa, la consapevolezza mi aiuta e io mi domino.
Ma ricadere nei suoi stessi errori e’ facile… e’ una trappola ben congegnata.
Secondo, cena.
All'apparenza tranquilla…si parla. Chissà come esce uno degli argomenti tabù, di quelli che sai che devi evitare se non vuoi finisca in lite… Il mio cervello mi dice stop, fermati, fermati, fermati..niente continuo perché a volte mi fa girare talmente le palle, mi prende in giro e nega.
Cazzo Petu, lavoro, lavoro, lavoro.
Insomma, sono andata oltre e si e’ incavolato alla grande e adesso chissà quando gli passa…. Perché, naturalmente e’ lui l’offeso.
Esperienza non insegna.
Terzo, le bambine dormono, lui pure.
Io nervosismo ai massimi livelli.
Mi collego, navigo, navigo,navigo.
Faccio un giro su fb e mi metto online per vedere chi c’e’.
Tre secondi ed ecco che arrivano in due in chat..
Due colleghi…”Ciao! Come stai” ma come cazzo volete che stia? Mi avete vista tutto il giorno. Basta…. E uno si lamenta..” non mi hai salutata quando sei uscita”… Adesso mi frusto… E l’altro “ti lascio il mio cell”…certo cosi’ domani ci mandiamo sms da una scrivania all’altra…ma che cazzo avete tutti stasera?
Per fortuna e’ tardi e posso accampare la scusa del vado a dormire….
Petu, non mi metto mai online, mai...l’esperienza..
Poi che altro?
Ah, lascio commenti del cazzo che hanno un senso solo nella mia mente contorta. Perché non aspetto di essere più serena..
E, per finire, dopo mezzanotte vago affamata per casa.
Non ho cenato, perché mi sentivo sazia di bile…
Cosa faccio?
Apro l’armadietto: nutella.
Io odio la nutella, odio i dolci.
Ma la ricerca dell’ormone della felicità e’ più forte.
E vai, cucchiaino intinto nel vasetto…e mi mangio ‘ste palate di nutella.
Conseguenza..nausea.
Come sempre, ma tanto questa sera non mi ascolto.
Che serata di merda.
Emma
venerdì 11 febbraio 2011
6 gradi di separazione
Vedi perché è bello studiare, perché magari ti imbatti nella teoria dei sei gradi di separazione e tu magari l’ hai sentita, più o meno sai di cosa si tratti, invece ora è lì davanti a te in tutto il suo fulgore della dimostrazione scientifica, delle date, dei luoghi, e allora esiste e io che sono, ormai lo riconosco, naturalmente incline alla relazione umana, gioisco della rete di vicinanza sociale che riconosco e mi circonda o che non conosco e mi potrebbe sorprendere.
Utile o inutile che sia.
Milgram, sociologo americano, verso la fine degli anni ’60 cercò di misurare il grado di separazione delle persone nella rete sociale.
Selezionò a caso un certo numero di abitanti del Nebraska e del Kansas.
Chiese loro di trasmettere una lettera ad un certo agente di cambio di Boston, di cui non aveva fornito l’indirizzo, lasciando che le persone si ingegnassero per spedire la lettera a qualcuno che potesse a sua volta conoscere questo personaggio.
Risultò che il grado di separazione fosse circa 6.
In altre parole, tra me e un pescatore di perle delle isole Fiji, c’è una persona che conosce una persona, che conosce una persona (così via fino a sei) che conosce lui.
Se mai avessi bisogno, un giorno...
petu in the middle of the web
Mani...atteggiamenti...fisse..
Ieri corso aziendale.
Di tale interesse che dopo mezz’ora mi sono lasciata cullare dalla parlata inglese con forte accento francese del docente ed ho iniziato ad osservare la classe.
Ero in una posizione strategica, di quelle che conquisti casualmente arrivando in ritardo..
Laterale verso il fondo dell’aula.
Mi e’ venuta la fissa delle mani.
Ho cominciato ossessivamente ad osservare le mani di quei giovani ingegneri, fisici e quant’altro che attenti ed interessati (?) fissavano il docente.
Non e’ la prima volta che lo noto, anzi.
I miei colleghi ing. hanno delle mani particolari.
Lisce, bianche, giovani, non usate. Insomma, sembra che proprio non abbiano mai lavorato quelle mani.
Forse dovrei prestare attenzione ai polpastrelli…. un po’ consunti dal digitare…forse.
Per il resto sono intonse.
Più o meno curate, sicuramente più curate di quelle delle poche donne che partecipavano al corso.
Sì, qui e’ il contrario, le mani delle donne ing. non sono per niente curate e sono molto maschili. Quelle degli uomini sono molto più curate e molto femminili.
Si', certo, chissenefrega!
Sta di fatto che queste mani non mi piacciono per niente, ne’ le une ne’ le altre.
Mi rimandano ad un tipo di personalità non matura, non vissuta, non pratica, non quotidiana, non so bene come dire… Sì, lavoreranno anche tanto con il cervello, ma conservano mani da ragazzini, anzi bambini.
E poi gli atteggiamenti, rispecchiano le unghie…. e le mani.
L’unico con le mani consumate e per niente curate (che anche così non mi piacciono), interveniva continuamente, con sicurezza.
Appoggiato alla sedia in totale apertura, testa un po’ sollevata verso l’alto, atteggiamento irrispettoso e supponente e anche rozzo e svaccato, beffardo di chi vuol far passare il messaggio “eh io già so…anche più di quanto ne sai tu”, quello che ogni intervento finisce con una risatina o un ghigno.. boh.
Poi c’e’ quello che la manicure l’aveva appena fatta, gesticola pacatamente, dritto e composto sulla sedia, molto polite, cerca di dare importanza a ciò che dice, e sembra crederci… mah.
Poi c’e’ quello con le unghie non mangiate… di più. Sì, mani candide ma unghie spaventose….questo e’ quello frenetico, che si agita sulla sedia, anche mentre parla, che termina con una risata un po’ fragorosa per spezzare l’imbarazzo e cerca con gli occhi l’approvazione di tutti….e si rilassa solo dopo parecchi minuti.
Non so se le mani rispecchino veramente le personalità.
Le donne non erano curate ne’ lì ne’ nell’aspetto…ed erano molto più mascoline di certi uomini.
Ma l’atteggiamento costante che c’e’ qua dentro, il comune denominatore e’ la supponenza.
Cavoli, dovrei fare un corso.
Sanno sempre qualcosa in più degli altri, ci credono, non e’ che sia vero, anzi.
Ma non perdono occasione di volerlo dimostrare con o senza educazione, portando il docente al limite della sopportazione.
Non so, io l’unica volta che ho capito, dopo una domanda secca senza sorrisi strani, che il docente non mi avrebbe insegnato proprio nulla ho lasciato l’aula.
E le mie mani sono usate e curate.
Emma con le fisse.
mercoledì 9 febbraio 2011
Teoria del giocattolo rotto.
Petu, ho capito.
C’e’ sempre la forte necessità di trovare un senso.
Per me e’ vitale. Altrimenti non si può passare oltre.
Quindi pensa e ripensa…ed ecco l’illuminazione.
Hai presente un bambino che desidera tanto un giocattolo?
Insomma, lo vede, sembra bellissimo…
La pubblicità ne elenca le funzioni, che ne so, una bambolina che canta…bella, la voglio.
Insisti, insisti, ed ecco che quello che rimiravi in vetrina e’ tuo.
Tutto tuo.
Qualcuno te l’ha comprata ma di nascosto…chissa’ la mamma forse non voleva e il papa’ si e’ lasciato intenerire.
Fatto sta che ora hai tra le mani il tuo agognato giocattolino.
Bello, si’, si’, proprio bello.
Pero', eh si’, il però e’ inevitabile, ti accorgi che la funzione che più ti attraeva non e’ che funzioni troppo bene…canta un po’ stonata, un po’ si un po’ no, si inceppa….che delusione.
E’ tanto bella ma non canta.
La desideravo tanto, ma non canta.
L’ho fatta mia, ha canticchiato per un po’, sempre con incertezza, ma la voce era così dolce…non canta più.
E adesso??? Cosa me ne faccio?
Non posso mostrarla in giro dicendo vedete, questa bella bambolina e’ mia, non si puo’, si deve tenere nascosta perché e’ un segreto…in più non canta, non ci posso giocare come credevo….
Si’, che fare?
La butto via.
Ecco, la butto via.
Non la voglio piu’.
Così e’ inutile.
E’ stato bello desiderarla, bello averla, bello sentirla canticchiare….
L’ho avuta, non canta, non la voglio piu’.
Capito Petu?
Il senso e’ questo.
Emma
martedì 8 febbraio 2011
un passo da gambero rosso
Professo con una certa ipocrisia l'accettazione universale (e personale).
Ma ho scoperto che cerco ancora il riscatto dal mio passato.
E non lo trovo.
Petu sciagurata
venerdì 4 febbraio 2011
Where nobody knows if it's night or day
And all the lights that lead us there are blinding
There are many things that I would like to say to you
But I don't know how
Because maybe
You're gonna be the one that saves me
And after all
You're my wonderwall
giovedì 3 febbraio 2011
San Bias un'ura in pas
Già, un San Biagio senza baciare la reliquia e la suora che pulisce il vetro del contenitore con un fazzoletto col pizzo dopo il bacio di ogni devoto fedele.
Senza la potenza di fuoco dei candelabri con le candele ancora di cera.
Senza bancarelle, palloncini, panini con la porchetta, profumo di frittelle e zucchero filato rosa e incenso indiano, rumore di generatori accanto ai furgoncini.
Senza mia mamma che compra la collana di castagne e mio papà che chiude l'ambulatorio e facciamo l'ultimo giro insieme.
(Dannazione)
Dal Moleskine 2010
San Biagio come si deve, con le bancarelle, i dolci, i palloncini a 5 € l'uno, la reliquia, i dipinti della chiesina del suo miracolo e delle sue torture, impossibile passare con i piccoli tra la folla, ma di nuovo lì a portare avanti la tradizione.
Ho respirato aria di quando ero al liceo, quando in questo giorno si stava a casa da scuola e si andava alla fiera e mi sembrava una libertà pazzesca.
San Biagio e quasi le giornate si allungano...
(Alleluja)
petu e la memoria scritta
mercoledì 2 febbraio 2011
io cucino
La giornata della memoria mi deve aver messo un gran freddo addosso.
Ho messo i piccoli al tavolo della cucina dopo il bagno serale e ho chiesto loro di aiutarmi a fare i pizzoccheri.
La scatola arancione di cartone era in sosta nell'armadietto già da qualche tempo e ieri è arrivato il momento giusto per cucinarli.
Avevo proprio voglia di un piatto di montagna, di patate e formaggio e quella pasta grossa di grano ruvido.
Non avevo molto tempo a disposizione, ma il momento di pensarlo e le coste erano già pronte e poi ho capito da un pezzo che sotto pressione do il meglio di me.
Un bicchiere di Gewurztraminer fresco che mi consola e taglio le patate a dadini.
Mi piace berlo mentre cucino e assaggio, impiastricciando il bicchiere.
Il formaggio l'ho sottratto alle fauci ingorde dei piccoli.
Scolo i pizzoccheri, stratificazione accennata e poi rimescolamento allegro.
Rovesciatina finale di poco burro al sapore di aglio e salvia (ah, la salvia), come Remì in Ratatouille.
Mi sono venuti bene per essere la prima volta.
Ma il freddo non è passato
Sono andata a letto con il maglione.
Ma neanche questo è servito.
petu cuoca
martedì 1 febbraio 2011
(Tra parentesi)
Ieri, ripensando al passato, a C., ho rivissuto tanti momenti dimenticati.
Magari anche solo indirettamente legati a lui.
E allora Petu, mi e’ tornata in mente questa cosa.
Festa di Natale del basket.
Tutte le squadre invitate.
Noi dopo una partita.
Ok.
Uno dei rari momenti in cui C. non e’ in cima alla classifica.
Mah, sono presa da P.
Amica idiota mi propone di non andare alla festa e di uscire con P. e un altro.
Vado.
Serata normale, nemmeno ricordo.
Il punto???
Sai qual e’?
Torno….devo dirlo a mia mamma.
Per forza, sarebbe venuta a saperlo subito.
Ok, confesso…ehm…eh…si’…e’ che…non sono andata alla festa…volevo uscire con P.
Allora…io avrei chiesto: chi e’ P.? Noooo..ti piace P.? Com’e’ andata? Sei contenta? Pero’ la prossima volta avvisa…..
Invece: sbraitata impressionante. Nessuna domanda su P. Mi dice solo che l’ho delusa..e’ furente. E conclude con “non diciamolo a tuo padre”…che forse, penso io, avrebbe capito….forse.
Io muta e rassegnata.
Ma poi mi chiedo ancora perche’ non dico mai niente?
Considerazioni…..
Emma
Oggi...
Nome, 11, capitano.
Almeno questo l'abbiamo sempre avuto in comune.
Tu capitano della squadra maschile, io di quella femminile.
Il basket, la tua passione.
Ieri sera nebbia. Come quella notte. Allora pensavo.
Basket, partite, allenamenti, contese, l'11. Ieri pensieri sportivi per te.
E tra 6 giorni avresti compiuto...quanti? 42 anni...chissa' come saresti stato e cosa avresti fatto...
Io oggi devo ricordare.
Emma