martedì 30 novembre 2010

BDSM - gli acronimi che ingannano


Fatto sta che per stemperare la tensione che mi accompagna nella lettura del mio attuale libro (‘Perdersi’ di Lisa Genova, categoria Alzheimer presenile, per intenderci), ho girato un po’ per blog, così come avrei girato per un campo di fiori se non fosse stato il 30 di Novembre e non ci fossero 2°C a dissuadermi.
Trovo una tizia che nei suoi interessi stila cinema, letteratura, cultura, BDSM.
'Toh, guarda che brava, e ha anche quell’hobby lì, come si chiama? Ha messo l’acronimo. Mi sembra Biedesmeier. Aspetta, ecco sì, Biedermeier! Ma come, e allora la S cosa c’entra? Boh, va bè, giro ancora un po’’.
Seguo il giardino delle possibilità e tutti i bivi e le correlazioni che il mondo virtuale mi offre e finisco a leggere il post di un tizio che si intitola più o meno Cosa non è il BDSM.
‘Ma tu guarda che coincidenza, come la tizia di prima’.
Leggo.
‘Aspetta, aspetta, che qui c’è qualcosa che non quadra con l’attività ornamentale di origini tedesche’.
Vado sul sito di wikipedia.
E qui, la dura realtà mi schiaffeggia in faccia il suo significato: Bondage & Disciplina, Dominazione & Sottomissione.
O madonnina santa, e io che credevo che la tizia fosse una professionista del bricolage.
Ritorno sul post del tipo che, visibilmente coinvolto, attribuisce alla mia recente scoperta affascinanti effetti psicoterapeutici ed esotici, a me del tutto sconosciuti.
Davvero non si finisce mai d’imparare.
Giuro che questa sera, tra il supermercato e la lavanderia,  mi fermo a comprare un guinzaglio!

petunì-dominatrice

domenica 28 novembre 2010


Questa notte le sirene hanno spezzato il silenzio e le loro luci l'hanno illuminata.
Un'ambulanza nella mia via.
Qui abita parte della famiglia, corro a vedere dove si e' fermata.
La signora T.
Purtroppo arriva anche la guardia medica. Scena gia' vista. Troppe volte. Gia' lo so.
Questa mattina la notizia, e' morta.
Sempre cosi' gentile. Sempre pronta ad invitare la grande in giardino per farla giocare con la tartaruga.
Non era anziana. Solo molto malata. Molto.
La grande capta tutto. Parole dette, sussurrate, non dette. E tace.
Facciamo i compiti.
Leggiamo le parole composte con le sillabe conosciute.
Legge...morire. "Mamma, come la signora T". "Si'" "E' proprio morta?" "Si'". "Non potevano metterla sulla sedia a rotelle?" (Chiaro riferimento alla nonna bis) "No, era molto ammalata". "Allora doveva andare al pronto soccorso e poi all'ospedale, non si puo' morire a casa". "Non sempre e' cosi'" "Allora e' proprio morta? Come il nonno della C., il papa' di papa', il nonno bis, l'altra signora....".
Hai solo 6 anni.....
Prima di avere le bambine non avevo paura di morire.
No. Non mi spaventava l'idea della morte.
Ora ne sono terrorizzata. Per loro. L'idea di lasciarle mi sconvolge.



Emma

mercoledì 24 novembre 2010

la prima cosa bella


'Ho preso la chitarra.


E suono per te.


Il tempo d'imparare non l'ho e non so suonare, ma suono per te'.


 


Ho visto 'La prima cosa bella' di Virzì sabato e a tutt'oggi sono qui con i miei sentimenti scombussolati.


Ha rimescolato dentro. Come al solito, tutto serve e anche questo.


Il primo irrefrenabile impulso di piangere è partito più o meno al decimo minuto dall'inizio e da lì in poi non ti dico.


Però la vera passione, è cominciata verso la fine, quando ormai abbracciavi tutta la storia,  per uscire da quello e catturarmi e lavorare dentro. Per giorni.


Che bravo è stato Virzì. Immagini semplici, cariche di contenuti, di significati.


Ora, non sto qui a raccontarti la trama, ti dico solo che capire che le mamme sono donne, con il loro vissuto storico, i loro retaggi culturali, le cose che si ritrovano addosso e non vorrebbero neanche, le loro speranze e la volontà di fare il meglio di quanto sia loro possibile per i figli, non è un'attività così scontata.


Un po' come nella canzone della colonna sonora, il tempo d'imparare, a fare la mamma, non ce l'ho, è il tempo della vita vissuta insieme che me lo insegna, e forse non la so fare, ma la faccio per te.
petunia che non si sta riprendendo 

martedì 23 novembre 2010



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L'invisible est réel. Les âmes ont leur monde.


Domenica.

Rimpatriata con C. S. E., mariti e bambini al seguito.



C. si e’ trasferita in quella che era la casa dei suoi genitori, quindi la sua prima che si sposasse, quindi quella in cui io ho trascorso davvero moltissimo tempo….eh si’,  entrare li’ dentro mi ha catapultato nel passato…considerando poi la mia naturale predisposizione alla dietrologia… be' inevitabile.
 
Conosco C. dalle elementari. Banco condiviso alle medie e al liceo…poi abbiamo intrapreso percorsi diversi.
 
Conosco E. dall’asilo. Anche lei compagna di classe alle medie e al liceo.

Conosco S. da non so quando e ne avrei fatto volentieri a meno.



Il solito saluto di circostanza con lei, che chissa’ cosa pensa di me. Si e’ prepotentemente inserita tra me e C. in passato. Ha rovinato quello che c’era tra me e lei.
Limite mio. Non riesco a condividere i rapporti che reputo fondamentali per me. Sono molto possessiva.
Ma lei ha agito con cura e caparbieta’.



C. e’ buona. Fondamentalmente buona, estremamente diplomatica, e’ tutto quello che non sono io.
Sento che quando ci rivediamo prova una sorta di rimpianto, c’e’ sempre un’ombra di tristezza nel suo saluto quando ci lasciamo.
Cosi’ e’.
Anche se e’ depositaria di mille piccoli e grandi segreti che mi riguardano. Ormai non potra’  piu’ essere come un tempo.
Mi sono sentita tradita da lei, tanto.



Le guardavo. 
Anzi consideravo la situazione. C. ha sposato
B. che e’ stato l’amore di sempre di E. La quale, invece, ha sposato M….ottima scelta direi. B. si e’ rivelato essere pesante, scontento e costantemente insoddisfatto, molto tirchio ed egoista. S. ha sposato C…..povero C…. In totale scorazzavano 7 bambini per casa, piu’ uno/a che se ne sta ancora accoccolato nel ventre materno…..non il mio!



Le guardo, torno al passato e indovina dove vado??? Da C., ma non C. lei, C. lui. Figurati se non finisco li’ un’altra volta. Loro tre hanno seguito la storia dall’inizio, anzi S. no, C. (lei) anche fino all’epigolo. Lei sa tutto, le altre no. Tu lo sai? Petu? Non lo so.

Che strana sensazione che mi ha lasciato rivederle. Ma credo che sia il luogo piu’ di tutto il resto.



Quanto ho pianto nella sua camera? Si’ anche riso…..
Pero’ non e’ mai stata amicizia come la nostra. Non cosi’ profonda. E’ questo che mi e’ sempre mancato in loro. Non c’e’ mai stata condivisione….nessuna empatia. Anche l’affetto e’ diverso. Petu, io ti adoro, lo sai e te lo dico.
Con loro era come coprire il ghiaccio con tante coperte…

E. opportunista e traditrice. Ha giocato un ruolo fondamentale nella mia non-storia con
C. Ne sono sicura.
Se tornassi indietro, farei tutto da sola. Non cercherei il loro appoggio e la loro falsa complicita’. Troverei il coraggio per affrontarlo.
Vaffanculo, guarda se ci penso. Cinque anni cosi’….e poi il ritorno e poi quella telefonata e poi la morte.
Cosa voleva dirmi? Cosa aveva in mente? Chiamarmi alle due di notte…lui poi. Non avrei mai potuto giustificare una sua chiamata, proprio sua, a quell’ora a chi mi sta accanto. Il telefono era spento. Per fortuna? No, adesso avrei preferito trovare mille giustificazione ma sapere cosa voleva dirmi.....dopo due ore la morte.
Ma prima o poi riusciro’ a dimenticare tutto, voglio mettere il passato in un angolo. Voglio segregarlo. Non ne posso piu’.

Non sto seguendo un filo logico....



Se penso adesso ad E. e S. che sono diventate cosi’ amiche e che sparlano di C.; e C. mi dice che S. la chiama tutte le mattine per salutarla…, ma poi E. mi racconta i fatti di C. che le ha riferito S…..

Sono felice di esserne fuori.

Non capisco nemmeno perche’ mi invitino sempre a queste rimpatriate. Be’…si’ le conosco dall’asilo, abitiamo molto vicine…sara’ per questo, perche’ non hanno altro motivo.

Ma soprattutto…perche’ ci vado?
 
Emma persa tra i pensieri.

lunedì 22 novembre 2010

apparizioni, sparizioni


Dunque, tuta di pelle nera da motociclista mancata, anfibi, cartucciera incrociata in spalla, cerbottana  azzurra con linee longitudinali nere tipo inter, con mirino in fondo.
Salgo sul mio piccolo nuraghe pronta a fare fuoco.
Palline di carta masticate, fanno malissimo, ma vedi la furia come si è ridimensionata? La notte mi ha fatto bene.
Perché il tentativo in zona cesarini di riportare lo status quo ante, come se nulla fosse, forse mi indispone ancora di più che non l’intera faccenda della sparizione.
Avevo già decantato la mia delusione sulla presa di coscienza che il virtuale non sia l’iperuranio (neanche qui liberi!!), ma pentirsi quando si sta facendo osservazione di categoria mi sembra troppo.
Correlazione è diverso da causalità.
Uh, ti vedo.
Carico, respiro, sparo.
Spot!
Beccata!
Adesso vediamo a chi tocca.
 
Petu-soldato difensore dell’iperuranio


Non e' marzo.
Il mio mese.
Quando sento forte il cambio della stagione.
Il risveglio dei sensi, intenso, immenso.
Marzo mi appartiene, si percepisce, rinasco.
E' novembre.
Solitamente cupo e indolente.
No, questo novembre e' differente.
Cosa traspare?
Riferimenti espliciti.
Chi si avvicina sente il bisogno di parlarmi di sesso, possibile?
Arrivo in ufficio:
G: "Ah, oggi metti un certo prurito...."
Io: "Buongiorno anche a te G.".
Io: "Voglio un caffe', chi mi accompagna?"
A: "Io"
Io:" Va bene A, andiamo"
A: "No, non salgo solo in ascensore con te, oggi sei aggressive, mi inquieti.."
Io: "Ok, fai le scale, ti fara' bene."
Apro la posta...messaggio di B. "'mazza Emma, premesso che essere mamma e' la piu' grande soddisfazione .... a vederti sembra che sei appena uscita dall'universita'. Non so se fai particolari sacrifici, sport, o se la tua di mamma ti ha fatto qualche regalo particolare insieme a madre natura, ma fisicamente sei uno schianto ...L'aggettivo che meglio da' l' idea e' che sei davvero gnocca ...un po' colorito ... ma arriva subito ;-) Dagli per favore il significato piu' aulico che puoi ...  ma lo sei ...varrebbe la pensa spostarsi di gruppo solo per lavorare con te e vederti tutti i giorni .... ma non vorrei che poi succedesse l'effetto contrario ... che a forza di guardarti, ne risentisse il rendimento ....ahhhh .. beata bellezza ... quanto sei sprecata qui ...."
E quella di P. con un subject innocente "buona giornata", apro: " ....... A volte nella vita siamo testimoni di Meraviglie, e non ci rimane altro che osservare la loro semplice Magnificenza, stando attenti a non perturbarle: un po' come le farfalle quando escono dal bozzolo .....Vedi cosa ispiri ? Ed e' bastato vederti arrivare dal parcheggio ..... pensa un po' ...."
Ok, grazie. Lusingata da entrambi.
Ma cosa sono diventata?
Vado in mensa sola con G1.
Di fronte ad un riso in bianco che sazia ma non ingrassa e che non ha niente di afrodisiaco mi ritrovo immersa in una discussione sul piacere.
Si', G1 e' sempre molto reattivo e propositivo. Mi dice cosa farebbe, come, quando...Tanti modi, come gli piace.
Ma sorride. Lo conosco da dieci anni, sa che puo' dire e non fare.
Un'ora e mezza di continue allusioni mi lasciano perplessa.
G1:"Raccogli i capelli" e apre la finestra che diventa uno specchio. Prende il telefono. "Ti faccio una foto".
Io:"Anche no G1. Grazie per il pranzo, buon lavoro".
E poi c'e' N. il nostro N. a cui siamo affezionate. Lui non mi ha mai vista, non sa chi sono, come sono. Parliamo, anzi scriviamo. E vai di mistress, master e slave...E mi lascia con le dieci fantasie da scoprire....(N. che leggi, giocosamente..).
Questo e' il mio novembre.
Non e' marzo.
E' LUI. Causa inconsapevole di tutto questo.
La cura nel vestirsi, nel farsi bella, a volte provocante. Per LUI, che neanche immagina tutto questo. O si'?
Sta di fatto che gli altri lo vedono. Leggono il cambiamento e me lo fanno notare.



Luglio - novembre.

Emma

domenica 21 novembre 2010

impulsi

Fatto sta che credo che la mia ira funesta domani investirà con la sua furia distruttiva codesto blog.
Mi concedo una notte per cercare di trattenermi.

pelide-petunia

venerdì 19 novembre 2010

l'acqua calda?



Fatto sta che stavo studiando cose interessanti e allo stesso tempo anche non immediatamente fruibili come la dissonanza cognitiva, la teoria dell'inferenza corrispondente, alcuni risultati di ricerche psicosociali da leggere sulle faccette di un cubo, proprio come quello di Rubik, i costi cognitivi di una sottocategorizzazione, e poi, proprio a proposito delle riserve cognitive di un individio, nel caso specifico in cui non le abbia più per una serie di motivi, leggo: il riposo e gli stati affettivi positivi abitualmente aiutano a rifocillare il Sé.


E mi è sembrata una frase così umana, così...vera nella sua...tenerezza mi viene da dire, che non ho potuto che sorridere e diffonderla.


Sai, una giungla di nozioni altisonanti e poi un ritorno alle piccole cose fondamentali dell'umano esistere. 


Che sono sempre quelle, ma si pensa di poterne fare a meno. 


Con l'attitudine sprezzante di chi pensa che la vita abbia presupposti particolari. 


Quando invece sono gli stessi per tutti.


Va bene, và, 'notte, vado a rifocillare il Sé, che domani voglio continuare ad essere una persona gentile.

petunì


 

giovedì 18 novembre 2010

martedì 16 novembre 2010

gli esami non finiscono mai


Questa mattina è stata tragica. 


Già sconvolta dalla notte insonne, dal piccolo che alle 4.45 vagava per casa alla ricerca di un ciuccio, trova quello con la campanella, lo sento sulle scale, in realtà era guidato dal mio stare come stavo, ne sono certa, perchè lui è legato in questo modo viscerale a me, e mi dispiace...dicevo, oltremodo sconvolta dalla massa informe di nozioni che giravano, si accavallavano, prendevano un altro senso nella mia testa e quindi dalla conferma di iniziare ad avere la memoria fallata, ecco, vedi, quella malattia lì che non riesco a dirti neppure il nome, sta a vedere che è genetica, e io ci sono dentro, io sono, non i miei fratelli, perchè lo puoi anche solo vedere dal confronto di due foto di me e di lei, che toccherà a me, perchè sono passate cose a me di lei, che neanche lei sopportava e vedrai che ci sarà anche questo. Ma ci puoi credere? 


Questo verso le 3.
L'esame era alle 10,30.


Poi il 7 mi porta a Greco che praticamente era ancora buio, apro io l'U6, scaldo io la macchinetta per il primo caffè, apro io l'aula studio per ripassare. E mi siedo. E piove.


E ripasso due cose. E poi inizio a pensare a un sacco di tempo fa, a quando avevo iniziato la prima volta e tutte le reminiscenze del caso si attivano, attivazione per propagazione veloce. E' un processo automatico, non ci puoi fare nulla. E' inconscio.


Puoi farci qualcosa quando hai una risorsa cognitiva in più, almeno maggiore di 'sonno zero'.


Ma ormai i pensieri si sono infilati come la metro nel suo tunnel, lucebuiolucebuiolucebuio in rapida alternanza.
Tutte le pubblicità sulle pareti del tunnel sono i miei ricordi.


Rivedo le facce, c'eravamo ancora tutti e stavamo insieme. 


Io avrei potuto fare di meglio, certo, ma poi cosa vado a pensare ora, non è la giornata, il momento. Il passato è passato, ma lascialo là!


Ma come hai detto bene tu, ogni cosa ci trapassa ed è giusto così, perchè l'alternativa sarebbe stata non trovarsi, se non ci fosse stata quella componente di ingenuità che persiste nonostante gli anni e la vita.


Poi entro in aula, mi siedo, mi danno un foglio. Ma cos'è sta roba? Test a risposta multipla?!


Te ne faccio 20 di test a risposta multipla questa mattina.
Però siamo sincere: oggi rema a favore.


E tutto si ridimensiona.


Io ritorno ad andare bene. Io e le mie conquiste personali recenti che mi fanno 'andare bene'.


Il ghiaccio è rotto.


Nel peggiore dei modi.


Ma è rotto.

Petu-studia

venerdì 12 novembre 2010

Parole


Le parole mi sono nemiche.
Fraintendimenti. Ricerca di significati inesistenti, nemmeno sottointesi.
Le lascio andare, fiduciosa che riescano a trascrivere i miei pensieri, mi illudo che lo facciano....
Non e' cosi'.
Vengono bistrattate da chi le incontra. Girate e rigirate, interpretate, sconvolte, maltrattate.
Non dovrebbe essere cosi'.
Vorrei ingabbiarle. Trovare il modo di legarle a me in modo che mi rappresentino fedelmente.
L'unico modo e' imprigionarle dentro senza farle uscire.

Emma

mercoledì 10 novembre 2010

ibs


Trovo il pacco di ibs fuori dalla porta. E' arrivato, che goduria!
Lo faccio entrare in casa furtiva come se lo dovessi difendere da altri predatori e mi siedo per terra ad aprirlo. 
Adesivo trasparente, via. Plastica da imballaggio che faccio allegramente scoppiettare, via.
Eccoli lì..



La fortuna non esiste di Mario Calabresi. Certo, sono innamorata di lui.
E' successo una mattina durante una sua intervista a radio24.
'Ma di chi diavolo è questa voce?' pensai in preda a una vampata.
Era lui.
Un uomo importante e tranquillo. Un uomo chiaro, trasparente. Che non ha paura.
Un uomo solido e accessibile.
Purtroppo è sposato, come ebbi modo di verificare immediatamente dopo l'intervista.
'Purtroppo', come se la cosa facesse la differenza nel caso non lo fosse.
Beh, ma per me la fa.
Nel mio mondo rovesciato può anche succedere che Mario Calabresi mi veda e si innamori perdutamente di me. E' per questo che è bellissimo viverci.
Poi.
Osho, Il libro arancione, tecniche per il risveglio della consapevolezza.
Una persona consapevole è ciò che vorrei diventare nella vita. Mi sento in tinta.
Il libro dei bambini di Byatt, tutto da scoprire. Strano. Addirittura plastificato.
Venuto al mondo della Margaret, che se la tira un po', ma è brava e mi piace.
Manoscritti segreti di Qumran, a volte mi prendono 'ste manie e Delizie con il pollo.
Eccola qui la mia risposta! Domani si cucina.

petu lettrice 

 

martedì 9 novembre 2010

Jane parla per me.


"E quanto a me? Esistevano forse i semi di un sentimento che potesse consentirmi di scoprire ciò che un periodo di tempo illimitato e la spensieratezza potevano suscitare? E se esistevano, per chi erano stati piantati?
Così, rimasi desta per gran parte della notte a contemplare le stravaganze del cuore, forse a causa del sonno inquieto di mia sorella accanto a me, o forse per gli impulsi discordanti del mio stesso cuore. La natura fin troppo appassionata che avevo sempre posseduto, anche se l’avevo sempre ammantata in un contegno solitamente sobrio ed assennato, mi aveva condotto ad affezionarmi troppo in fretta e troppo a fondo a uomini di condizioni del tutto diverse dalla mia, dai quali mi avevano separato il patrimonio, oppure divergenze caratteriali tali da non propiziare la felicità. Geoffrey Sidmouth apparteneva senza dubbio a tale categoria. Una donna più ragionevole avrebbe concesso senza riserve il proprio cuore al prode e cortese capitano Fielding, il quale con la sua apparente gentilezza , i suoi saldi principi e il suo schietto disprezzo per tutto ciò che era ignobile, sembrava costituito dalla stessa materia di cui era composta l’Inghilterra. Eppure, Percival Fielding non suscitava nessun moto nel mio cuore, perché, sebbene lo giudicassi dotato d’intelligenza e integrità, ritenevo al tempo stesso che difettasse d’immaginazione e umorismo.
Oltre a tutto ciò, vi era ancora qualcosa, ovvero una mancanza che non riuscivo a definire. Il capitano parlava e agiva in modo del tutto appropriato, eppure non riuscivo a sentirlo sincero. Era stato di certo molto schietto il giorno prima, nel discutere dei contrabbandieri, tuttavia avevo l’inquietante sensazione che fosse tale soltanto allorché questo conveniva al suo scopo, e che la sua franchezza fosse artificiosa, quasi simulata.
Al contrario Geoffrey Sidmouth non era affabile ne’ riservato. Era semplicemente padrone di se stesso. Non celava i propri sentimenti, tanto da risultare quasi trasparente. Era impetuoso ed esplicito. Si capiva sempre cosa provava, anche se non se ne comprendeva affatto il motivo. Persino nei momenti più cupi, allorché non trovavo niente di più facile che diffidare dei suoi scopi, ero consapevole di essere alla presenza di un uomo."

Emma molto Jane

 

domenica 7 novembre 2010

due di due


Poffarbacco, ma è così difficile pensare che si sia in due, qui dentro?


Eppure lo abbiamo scritto: Emma e Petunia, due slalomiste sentimentali, etc.


Quando mi capita di imbattermi in un blog interessante, un post che mi fa sorridere o mi suscita ammirazione o disprezzo, penso 'fammi andare a vedere chi è questo/a', nel suo profilo.
Magari mi faccio un'idea in più. 


In ogni caso, il fine del profilo è approfondire un incontro spesso casuale, nei limiti del possibile di questo strumento!


Invece no, perchè in questo splendido acquario tropicale, ci si sta così abituando all'essere speciale a tutti i costi, ove speciale non ha un'accezione necessariamente positiva, almeno per quanto mi riesce di vedere, che diventa preferibile un'iniziativa che rasenta il nevrotico, come essere una che finge di essere due, piuttosto che semplicemente realizzare di essersi imbattuti in un blog di due persone distinte.


Due che scribacchiano per farsi compagnia, questo come primo intento in assoluto, e ridere di loro. Due diverse.
Una ride in 'A' e l'altra in 'E'.
Una è mora e l'altra bionda.
Una ha studiato francese, l'altra russo.
Una è surrealista cronica, l'altra esistenzialista.
Una ha degli amici, l'altra altri.
Insieme altri ancora. 


Ma con un comune denominatore talmente forte da rendere unico, e normale ogni momento vissuto insieme.


Un comune denominatore che rende questa amicizia un legame forte. Molto forte.
Certo, potrei evitare anche di precisare che si sia in due e chissenefrega, che ciascuno pensi quello che vuole.


Invece ne parlo perchè non sono le reciproche individualità che vogliono emergere, bensì il legame che ci unisce e che ci fa muovere come danzatrici esperte, come sapienti acrobate che precedono l'una le intenzioni dell'altra.
E che celebro e ringrazio di condividere.

Ora un'osservazione che ho avuto modo di testare con metodo scientifico: sai gli allegri personaggi di cui ho parlato in 'hot chat'? Loro capiscono al volo che siamo in due: sai com'è, ménage à troi garantito, e soprattutto gratuito!

Petunì di lunedì

 

giovedì 4 novembre 2010

Posta che ti passa


Tesoro di una Petu, questo e' uno dei risvegli piu traumatici che mi sia capitato.
Ma va bene, va bene cosi'.
E poi qui ci sei anche tu. Sara' anche anomalo condividere un blog, ma condividere e' bello, condividere con te e' rassicurante. Sola non sarei qui.
Amiamo forte, odiamo forte. Si', poi magari tu sei piu' centrata, io meno.
Ma il senso di tutto e' lo stesso.
La vita, le esperienze, non ci passano vicine, ci trapassano.
Si insinuano, cercano un posto, una collocazione dentro di noi e finche' non la trovano non ci danno pace.
Non so perche' ti scrivo tutto questo.
E' un momento cosi'.
Penso, ricerco, penso. Si' penso tanto.

Emma