giovedì 30 settembre 2010

Ricordi..

  


E’ successo che domenica sono andata a trovare la mia nonna.
Ho deciso di andare a piedi.
Una passeggiata per le vie del paese, sola, tranquilla..
La temperatura e’ piacevole, le strade deserte…come lo sono sempre piu’ spesso, a parte negli orari di punta.
Cammino, osservo, penso. Meccanismo ormai automatico e collaudato.
Passo di fronte a luoghi a me cari, io qui ci sono nata, che pero’ non riconosco.
Il bar dove da piccole avevamo il permesso di andare in bici da sole a prendere il gelato per tutti ha chiuso.
Mio nonno voleva sempre il cornetto al whisky…e lo mangiava utilizzando il coperchietto di cartone come cucchiaino.
Mia nonna all’amarena.
Poi andavano alla grande la coppa del nonno e il paciugo…per noi “piccole” bastava anche il ghiacciolo.
Si andava con il sacchetto di plastica e i soldi contati!
Sole io le mie cugine e ci sembrava di fare chissache’.
Ricordo ancora l’odore del bar, in cui i soliti quattro signori sedevano intorno ad un tavolo fumando e giocando a carte.
La luce era fioca, l’entrata dava a Nord, forse per questo. Anche se era piena estate li’ era sempre autunno.
Chissa’ perche’ gli odori mi rimangono cosi’ impressi nella memoria.
Quindi, tutti riuniti in giardino felici e spavalde, a scappare dalle vespe che si posavano sui ghiaccioli (adesso non accade piu’) a nascondersi dal nostro golosissimo cane, ad organizzare gia’ il gioco successivo…l’elastico, il mercato o le Charlie’s angels… Oppure a chiamare le vicine (eravamo in totale 6 femmine) per organizzare un teatro o uno spettacolo serale per raccogliere i soldi per il gelato del giorno dopo.
E quanto eravamo felici quando ci pagavano il biglietto.
Io in quei momenti mi sentivo importante, parte di qualcosa.
E il mio nonno, sempre pronto ad appoggiarci, a disegnare con la calcina il campo da pallavolo.
E lo scivolo strategicamente posizionato sotto il ciliegio.
Quante lunghe estati.
E adesso tutto e’ passato, e’ cambiato, come il paese in cui mi ritrovo a passeggiare che non e’ piu’ come prima.
Si e’ trasformato sotto i miei occhi e adesso a stento ricordo com’era.
Sono gia’ abituata al parco che non c’era che ha soppiantato quella sorta di mattatoio in disuso dove giocavamo a nasconderci e a fare i grandi, visto che ci intrufolavamo di nascosto e gli ambienti erano tutt’altro che accoglienti.
Arrivo da mia nonna, in questo posto che prima non c’era, perche’ forse prima gli anziani si tenevano in casa nonostante le varie patologie e adesso invece lei e’ qui e ha perso anche la voglia di raccontarmi del suo passato perche’ anche lei ormai e’ in un posto che non riconosce.
 
Emma

 

1 commento:

  1. Il ricordo di quando si era bambini è sempre riaffiorare nostalgico denso di emotiva bellezza. Sono cambiati i tempi, e non solo le città, anche la gente.. Nulla è più come prima e questo sembra avvelenarci.. Forse neppure noi siamo più come una volta... Quando tutto cambia vorremmo che non mutassero mai le cose che sono state belle.. E allora le facciamo riaffiorare nel nostro cuore.. E tu lo hai fatto qui magnificamente :-)

    RispondiElimina