martedì 22 marzo 2011

non è qui


Vorrei un luogo dove l'infanzia possa essere considerata consuetudine e gli spazi siano adatti a dare libero sfogo alla creatività. 
 


Dove l'infanzia sia normalità. 


Semina. 


Attesa. 


Raccolto. 
 


Un luogo in cui sia accolta dalla curiosità del nuovo contro il contenimento da aspettative.
 


Dove le attitudini e i sentimenti sperimentino fino a definirsi al di là delle distorsioni che discendono dalla volontà di possesso.

Non è qui.

Petunia

8 commenti:

  1. Teso, ma tu l'hai costruito uno spazio cosi'...
    Che succede?
    Emma

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  2. Appunto, che succede?
    Perchè l'amaro si sente tutto.

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  3. Petunia credo sia sensibile alle notizie di attualità che riguardano il settore.

    fede

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  4. che bello trovarvi tutti e tre questa mattina, mi sono sentita a casa, tra amici!
    Sì, è vero cerco di fare in modo che sia così, ma poi esco da qui e trovo il deserto delle intenzioni.
    E' la naturalità della dimensione che è lontana. Non è solo il seggiolone che manca al ristorante.
    E' che se lo mettono, comunque non basta...
    ma il discorso è lungo.
    E poi i genitori stessi (ma mi ci metto anch'io, non sono poi così super partes), con queste aspettative, con queste paure che riguardano solo la loro vita vissuta e andata.
    Si ha per figli persone nuove, da scoprire, non è detto che ciò che ha fatto soffrire noi faccia soffrire loro.
    Certo avvalersi dell'esperienza è indispensabile.
    Ma per renderci tutti liberi non per ingabbiarci nei nostri schemi generazionali.
    Grazie cari.
    petunia

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  5. fede mi puoi scrivere una mail a marielene1024@gmail.com?
    grazie petun

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  6. Partecipo con una leggerezza: http://www.youtube.com/watch?v=p8jpl3T0NI8

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  7. Eh già è vero, ci sarebbe bisogno di maggiore sincerità.

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