Ho letto La solitudine dei numeri primi e ho pensato che questo Paolo Giordano fosse stra-ordinario per la completezza della sua testa: laureato in fisica teorica e allo stesso modo capace di mettere in parole situazioni, sentimenti e caratteri così profondi, poliedrici e difficili.
Ero reduce dalla lettura di La vita e il tempo di Michael K (poi per fortuna lo sfondo era la grecia, altrimenti c'era da spararsi) e mi sono ritrovata a riflettere sulla similitudine tra due personaggi, Alice e Michael, due irriducibili.
Gli irriducibili vivono la propria vita senza chiedere nulla gli altri.
Una vita che prima o poi suscita in qualcuno la voglia irresistibile di cambiarla. Per redimersi.
Ossia, uno con lo spirito del missionario incontra prima o poi, per sua stessa elezione, un irriducibile e pensa che se lo riuscirà a salvare da se stesso, avrà assicurata la redenzione.
(Questo pensiero nel missionario è a livello di latenza, però).
Invece l'irriducibile non può cambiare.
E il missionario si frustra in maniera irrimediabile.
L'irriducibile non vuole nulla.
Di sicuro non vuole cambiare. Non considera alcuna alternativa.
Non vuole nulla dagli altri, tanto meno affetto.
Ne è disinteressato, semplicemente.
L'irriducibile vive ai margini, senza che gli altri neppure se ne accorgano.
Probabilmente suscita angoscia.
Ma questo è un problema solo per chi la prova.
petu
La similitudine dei numeri uni.
RispondiElimina(Mai letto qualcosa di Faulkner?).
Raffaele
Il complesso dei numeri dui.
RispondiEliminaC'è sempre qualcuno prima di me.
:-)
non c'è dui senza tri
RispondiEliminauni e trini
RispondiEliminap
La solitudine dei numeri primi mi è piaciuto molto, più per quello che non dice piuttosto che per quello che dice...
RispondiEliminaMassimo