No, non è vero, non l'ho fatto, ho solo citato il libro della Corradin, perchè quello che mi è arrivato a casa, di Panpepato, me l'ha fatto tornare in mente.
E' così irresistibilmente buono e curioso con quel suo pepe rosa in cima a guarnirlo.
Fichi secchi, noci, nocciole, miele, cacao in polvere, arancia candita, pepe verde, anche.
Finisco di cenare e mi viene in mente.
Aspetto. Devo essere da sola.
E' ora.
Prendo la scatolina di cartone bordeaux, la apro e sorrido, perchè mi viene l'acquolina come ai piccoli, a vederlo.
Lo assaggio, vorrei centellinare il piacere dolce e amaro e frizzantino sulla lingua.
Lo metto via.
Ma ci penso.
Non resisto, lo riprendo, ne mordo un pezzo voluttuosamente.
Mi placo.
Lo rimetto via.
Ma ci penso.
Fino al prossimo incontro.
Sta per finire.
Che dici, dovrò imparare a farlo...
petu-panpepata
Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere. Blog sentimentale.
mercoledì 29 dicembre 2010
Ho fatto un panpepato
lunedì 27 dicembre 2010
Posso aggiungere...
Petu:
Teoria evoluzionistica del ricorso storico.
Non funziona.
E' provato.
Non per questo la metto da parte. Anzi, ora piu' che mai ne ho bisogno.
Ricordamelo...quotidianamente, per favore.
Emma
Ho imparato che il sentimento virtuale non ha nulla da invidiare a quello reale;
che le parole feriscono;
che il processo di rimarginazione di una ferita, a volte, ha del miracoloso;
che gli uomini dividono;
che non sempre chi chiede aiuto vuole essere aiutato;
che devo essere meno presuntuosa;
che l'estro del destino non conosce limiti di sorta;
che amare non sottintende promettere;
che l'empatia vince su ogni cosa;
che le aspettative vanno abbattute per favorire la felicità...
petunì (continua)
lunedì 20 dicembre 2010
E con queste chiudo fino al nuovo anno.
Perche' non ce la faccio piu'.
Allora mi affido ancora a Emily Dickinson, perche' i miei pensieri sono confusi e le parole li rendono ancora piu' enigmatici ed inafferrabili e cosi' sbagliati e senza logica apparente e senza che io possa fare qualcosa affinche' non sia cosi'...affinche' non sia tutto frainteso e visto nel modo sbagliato, nel modo peggiore. Mi rinchiudo nel silenzio, nella solitudine che e' mia amica, nel mio dolore perche' lo possa gestire senza che altri vedano, senza che altri giudichino, senza che altri ne rimangano increduli, io lo so quel che sento. Io lo so. Io ne sono la causa. Io unica responsabile perche' sono profondamente responsabile.
E' tutto cosi' sbagliato.
Emma
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Sai che non posso sapere - ciò che fai -
Devo immaginare -
Quante volte sei in pena per me - oggi - Confessa -
Quante volte a causa della mia lontananza
Gli occhi arditi si velano -
Ma immagino che l'immaginare ferisca -
I miei - sono così offuscati!
Troppo vago - il volto -
Che il mio - così paziente - nasconde -
Troppo lontana - la forza -
Che avvolge la mia timidezza -
Spaventando il Cuore -
Come i suoi cangianti volti -
Tormentano il desiderio -
Questo - solo - può bastare
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Delimita - un'ansia -
E i vivi riescono a sopportarla!
Confinala - fin dove vanno le stille di sangue!
Come - molte - gocce - di vitale scarlatto -
Tratta l'anima
Come l'Algebra!
Contale il Tempo - in cifre -
Ed essa soffrirà - soddisfatta -
Canterà - alla sua pena - come ogni Lavoratore -
Che annota il calare del Sole ogni Sera!
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Cuore! Lo dimenticheremo!
Tu ed io - questa notte!
Tu potrai dimenticare il calore che dava -
Io dimenticherò la luce!
Quando hai finito, ti prego di dirmelo -
Così che io possa subito incominciare!
Presto! perché mentre tu indugi
Io potrei ricordarlo!
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domenica 19 dicembre 2010
O potesse cessare di essere
Quanto screditato, quanto superfluo,
Sarebbe ogni altro Giorno!
Affinché l'Amore non valuti di meno
Ciò che la Perdita valuterebbe di più
Se ne avesse lo straziato privilegio,
Lo si tiene caro prima.
Emily Dickinson
Amaro privilegio di rimpiangere.
Emma
giovedì 16 dicembre 2010
Stanca
Così stanca da non dormire.
Nel bianco cristallizzato della finzione che allevia, a scrivere di un uomo che va nei boschi a ripulirsi l'anima...il coleottero che si toglie la corazza, il cavaliere l'armatura, l'uomo le esperienze e dorme, perchè il sonno lavi le intenzioni e ricominci con la fragranza del pane nuovo e caldo.
petu nella terra di mezzo
sabato 11 dicembre 2010
Bu! Paura...
Nel mio procedere allegro nello studio m'imbatto nella teoria dell'attribuzione di Heider.
Secondo questa illuminante teoria, le persone compiono continuamente e in maniera automatica delle attribuzioni.
Ossia traggono conclusioni riguardo alle motivazioni che spingono gli altri a fare quello che fanno.
E non ci azzeccano quasi mai.
Motivo per cui Heider delineò subito dopo aver partorito la teoria, l'errore fondamentale di attribuzione (si legga l'errore sistematico di valutazione).
Quindi, tutti noi per cercare di rendere meno caotico il mondo, per cercare di prevedere i comportamenti altrui e possibilmente controllarli per una fottuta atavica paura dell'ignoto (anche sociale), cerchiamo di attribuire motivazioni alle azioni degli altri, sbagliando di continuo.
Perchè sopravvalutiamo i motivi personali dell'individuo e sottovalutiamo il contesto situazionale che lo influenza.
Per un costo cognitivo che una novità potrebbe accollarci e che noi poveri pigri e pavidi spettatori non intendiamo pagare manco morti, preferiamo catalogare, categorizzare, sminuire, rivestire di approssimazioni, intravedere un'altra persona, piuttosto che prestare l'attenzione necessaria per affidarle almeno il beneficio del dubbio.
Ora, non bastava Pirandello con l'incomunicabilità interpersonale, quel depresso di Sartre con l'inferno sono gli altri, e Umberto Tozzi con gli altri siamo noi (che se siamo così messi male, c'è poco da esser contenti).
Ci si mette anche Heider.
Sarà.
Torno a coltivare il mio orticello di empatia che mi da più soddisfazioni.
A bientot, ma chère, baisers.
petu lante
lunedì 6 dicembre 2010
Tra tante copertine gialle della stessa collana, dello stesso scrittore ne spicca una… azzurra.
Eh si’, sabato si parlava di cielo, di tramonti, di azzurro che scompare….
Ok. Prendo questo.
Coincidenze. Si’.
Che e’? Una versione piu’ moderna di Madame Bovary?
Bene. Si vede che ci devo riflettere.
E poi riascolto Vasco dopo tantissimo tempo.
E poi mi scrive S. e sento Sally…e torno all’universita’.
Lei divisa tra marito e amante. In costante conflitto con se stessa.
Per ora come ci ha insegnato M. si rintana nel paradosso della scelta…sceglie di non scegliere.
Chissa’ per quanto ancora?
Ed e’ quasi Natale che non aiuta.
Mi sta venendo il panico da regali…..non sono mai stata cosi’ indietro. Non ne ho voglia.
Ho talmente tante cose in sospeso che se ci penso mi gira la testa. Sempre tutto su di me. Ok. Invidio chi riesce a vivere senza preoccupazioni…forse perche’ glielo si permette.
In piu’ sono a dieta. Autoimposta. Delle mie. Drastiche e mirate.
Credo basta…credo..
Emma
E Vasco oggi mi ammazza.
giovedì 2 dicembre 2010
mercoledì 1 dicembre 2010
Di solito scrivo di getto. Senza pensare.
Quello che sento si traduce in parole.
Sto imparando a contare. Fino a 10, 100, 1000.
A volte funziona.
Se funziona il conflitto non si crea. Mi domino. Argino. Tengo dentro.
Ma se arrivata a 1000 il tarlo persiste, non c'e' niente da fare.
In parte e' servito.
Certo, contare aiuta, contare come sinonimo di pensare, ragionare.
La rabbia iniziale sfuma, si trasforma, si placa.
Questa volta dovrei arrivare a 10000. Mi serve un giorno intero.
Si' domani.
Domani sara' ragione contro sentimento.
Me stessa per prima, contro di me, per gli altri, solo per un giorno.
La vera liberta' consiste nel sapersi dominare in tutte le cose.....ci provo.
Cosi' ho scritto una volta.
Metto in pratica.
Soprattutto per non negare la liberta' agli altri di fare cio' che vogliono nonostante sia fonte di irrazionale gelosia per me.
Gli altri prima di me, se sono importanti per me, come in questo caso.
Un giorno per me che e' un regalo per loro.
Spero che capiscano.
Oggi non ci saro'.
Vi voglio bene.
A venerdi'.
Emma.