In piedi di fronte al mare, braccia conserte, mi godo la mareggiata che mi investe.
E’ una giornata splendida nella sua tipicità ricorrente di burrasca di Libeccio.
Cielo turchese, orizzonte artefatto con lapis blu.
Penso a quante volte ho fatto il bagno con un mare come questo.
Molti anni fa spinta da delirio di onnipotenza. Alcuni anni fa con desiderio adrenalinico di divertimento puro.
Ora lo faccio per nostalgia.
E per non dimenticare.
Una mano sulla spalla. Marco mi sorride con aria interlocutoria.
Ricambio il sorriso. Ciao amico mio carissimo, quanti anni avremo avuto la prima volta qui sulla spiaggia, tre, quattro, uno?
O ancora prima? Eravamo già nelle intenzioni?
Ho ancora le fotografie di allora e di tutto il resto della vita. E spesso, molto più spesso di quanto tu creda, le guardo.
Nulla. Arrivo.
E’ il momento buono. Corriamo nella schiuma della risacca fino a quando ci arriva a metà coscia e ci tuffiamo di testa nello stesso momento.
E’ l’amicizia, unita alla consuetudine, che affina la capacità di muoverci all’unisono.
Riemergiamo.
Oggi la percezione del tutto è limpida e amplificata.
I colori sgargianti di questo borgo ligure, il rumore forte dell’onda che si abbatte e si ritira dalla riva sassosa.
Non perdo di vista l’orizzonte, le stiamo aspettando.
E in un attimo arrivano le onde.
Nuotiamo in fuori, verso di loro.
Mi batte il cuore.
La prima è una montagna, che si alza fino a diventare trasparente e sottile nella cresta.
Spingo forte con le gambe per arrivare in cima e ricadere dall’altra parte. Questa cosa mi diverte un sacco.
Uno sguardo a cosa mi aspetta dopo.
La seconda si è già rotta e avanza ripiegata su se stessa come una valanga di neve.
Due bracciate. Respiro. Sotto.
Cerco d’infilzarla stando orizzontale sott’acqua. La sento passare sopra di me.
Mi fa tremare.
Passa.
Riemergo con il timore di non avere il tempo per respirare e infilare la terza.
La pratica smentisce il dubbio, ma non lo estirpa mai del tutto.
Respiro e mi è addosso con una carica spaventosa.
Vado sotto più che posso, ma questa è terribile, mi fa girare sott’acqua in un terremoto muto.
Sento il cuore in gola per la fatica, l’eccitazione, la paura.
Sembra non passare mai.
Ma anche lei va.
Riaffioriamo in superficie, che è bianca, inclinata, rasata dalla potenza del mare che spazza via tutto.
Ci cerchiamo come segugi. Eccoci. Mi sorridi. Ti voglio bene. Anch’io.
Aspettiamo un altro momento buono e usciamo.
E ridiamo sdraiati in riva al mare a pancia in su come stelle marine spiaggiate, come bambini scampati al pericolo, che sanno di averla fatta grossa.
E penso, con ancora l’agitazione addosso, che ciò che ho appena vissuto sia esattamente la metafora della vita.
O, meglio, della morte.
Della malattia.
Che sono arrivate così. In un attimo le ho avute addosso e ho dovuto fare appello a tutte le forze e le risorse per trovare velocemente una strategia di resistenza.
Perché si deve racimolare coraggio quando si è sotto, al buio, nel silenzio urlante, strattonati, in un labirinto rovesciato, di paura fredda, senza un senso e senza memoria.
Bisogna saper aspettare.
Poi passa.
In ogni caso passa.
E ritornano i colori, i suoni, i contorni puliti.
A ridefinire il senso.
petun
Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere. Blog sentimentale.
mercoledì 4 agosto 2010
metafore
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che colore hanno i tuoi dolori?
RispondiEliminanastrini bianchi in cima a pali altissimi, nel vento, con preghiere scritte a mano.Sono volati via.petun
RispondiEliminaSarà.Io, però, in una mareggiata (d'acqua) non ci farei il bagno manco ad essere pagata.Quelle della vita, invece, capitano e basta. Senza andarsele a cercare ;)Leela
RispondiEliminaSe non avessi letto prima il tuo commento sul mio blog, forse non avrei capito a fondo questo tuo post ... o gli avrei dato un'interpretazione più superficiale.Se riesci a riemergere dal fondo, a respirare, a resistere, a rivedere i colori .... ho tutto da imparare da te.Ci sono anch'io. :-)
RispondiEliminabimbodimensionalità marina ^^
RispondiEliminaPrecisamente, mad, grazie. Semplice bimbodimensionalità marina.petu
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