lunedì 31 gennaio 2011

sonno


Ho dormito 8 ore filate, Emma. 


Finalmente.
Naturalmente grazie a un artificio.
Ho preso le benzodiazepine e ho pregato che nessuno interrompesse il mio sonno.
Ho solo un po' di polemica addosso da lunedì mattina, ma non è nulla.
Era una settimana che non dormivo come si deve: l'esame, la febbre, l'otite perforante, la tosse, il ciuccio, i pianti, l'affido.
Nella scala del sonno che va dalla massina felicità di aver dormito 10 ore (sono anni che non mi riesce più) alla massima follia da killer seriale per essere insonne da 72 ore (record personale non cercato estate 2008) e passando dal semplice mal di testa, al nervoso, alle allucinazioni, ai buchi temporali mnemonici, al riso isterico, alla necrosi delle sinapsi, ero nella fase 'terza persona'.
Non ero io a pensare, dire, fare, baciare, era un'altra. Terribile.
La mancanza di sonno mi toglie la ragione.
E c'è chi ancora vuole minimizzare...

petu riposata

mercoledì 26 gennaio 2011

funziona...però!



Dunque Emmi, la questione qui si fa spessa:
innanzitutto, mi sento di poter confermare una certa validità della teoria evoluzionistica del ricorso storico, perchè all'esame, oggi, ci sono arrivata decisamente meno sconvolta e compromessa dell'altra volta.
In ogni caso ciò non mi ha impedito di chiedermi ieri quanto fossi stronza a complicarmi la vita in questo modo, quando già non è così liscia come la vorrei. Quindi un po' funziona e un po' no.
Fa niente, al mio futuro rinnovabile ci credo e la forza perdura, quindi vado avanti come posso.
Altra cosa è oggi.
Oggi mi chiama quella mia amica di T., quella che ha dovuto fare una segnalazione ai servizi sociali perchè è arrivato più volte questo bimbo che frequenta il suo nido con segni evidenti di maltrattamento (lei ha tentato molte volte di parlare con la mamma, separata e molto in difficoltà, ossia l'origine dei maltrattamenti, ha tentato di farla andare da uno psicologo, ma lei un po' è andata, un po' se n'è fregata), insomma sono andate insieme, in realtà, dai servizi sociali per trovare insieme una soluzione tipo affiancamento con due psicoterapeuti, uno per lei, uno per il bambino e infatti questa era l'ipotesi più probabile che si potesse attuare, invece lei dopo qualche colloquio ha ricominciato a mentire, dice delle cose senza senso, che è colpa di tutti, anche del bambino (le è stata diagnosticata una personalità borderline) e così probabilmente lo danno in affido...
Che situazione del cavolo e questa dei servizi sociali ha chiesto a Laura se non conoscesse già lei per caso una famiglia che potesse accoglierlo...

Siamo rimaste in silenzio per un po'.
Un bel po'.
Al telefono, in piedi, mentre tutto mi girava intorno, mentre si attivavano tutti i pensieri del caso...
Hai capito, vero?
Dobbiamo parlare di tutti i pensieri del caso.
E questa sera indico una riunione al vertice per capire di che orientamento siamo.
Però dobbiamo parlare!
Questa volta è grossa...

petun tra shock post-traumatico e mal di testa


domenica 23 gennaio 2011

Eh...la Messa


Ciao Petu.
Questa mattina tu dai dinosauri, io a Messa.
Poi penso.
Anche se dai dinosauri ci potrei andare al sabato...ma qui si apre un altro capitolo..
Anyway. Pensavo che ci vado da sempre.
I primi ricordi legati al periodo del catechismo...al coretto..che non e' che sono cosi' intonata, ma mi piaceva.
E mi ricordo i miei nonni che si preparavano. Mio nonno ancora con il cappello, il fermacravatta d'oro, il profumo e alzava il cappello per salutare le signore...mio nonno...
Mia nonna in prima linea...poteva prendere il posto del prete...di sicuro leggeva, quello sempre!
Poi cresci, c'e' stato il periodo che piu' che Messa era ritrovo con gli amici. Vestite bene, io e le cugine, sempre al solito posto e aspettavi che finisse per fare due chiacchiere fuori e vedere chi volevi vedere...eh si', altri scopi, meno spirituali..
Poi il periodo piu' bello. Quando scegli di andare perche' ci vuoi andare.
E andavo da sola. Orario serale.
C'erano ancora tanti "vecchietti" che ora non ci sono piu'. E io li guardavo. Ascoltavo e li guardavo. E  come cantavano e partecipavano. Mi piaceva tanto. E spesso mi commuovevo, perche' gli anziani mi fanno questo effetto. Vederli entrare camminando a fatica...alzarsi, sedersi appoggiandosi alla panca, sofferenti, attenti, visi sciupati, vissuti, sguardi profondi che raccontano tante storie.
Poi l'agglomerato si e' opposto alla scelta trasgressiva della Messa serale...perche' si va tutti insieme. E io che non ho voglia di discutere mi piego. Ma insomma, non hanno mai capito che a Messa non si va per stare insieme? Per riunire la famiglia? Per accontentare tutti? E' un momento intimo. Lo so, perche' almeno per un po' l'ho provato.
Poi ora....Messa all'inseguimento delle bambine. Oggi la piccola ha pensato bene di andare sull'altare....non l'ho fermata in tempo. Ma ai piccoli si sorride sempre e per fortuna da me i preti sono molto pazienti e sanno gioire dell'intraprendenza spudorata dei bambini. Cercava la caramella che le danno tutte le domeniche, ha solo sbagliato strada..
E poi oggi guardavo il don...quello giovane, dedicato ai ragazzi. Ma che persona entusiata e'? Ma quanto ci crede? Ma quanto sa coinvolgere? Lo so, lo so, i preti... non sono tutti cosi'... ma averne uno cosi', anzi da noi entrambi sono fantastici, e' una fortuna.
Poi non lo so...io dovrei starmene solo zitta in ultima fila e a testa bassa....perche' in fondo ne' predico bene e sicuramente razzolo male. Ma non posso farne a meno. Ci devo andare.

Emma domenicale.

giovedì 20 gennaio 2011


Milano...si', Milano.
Siete qui per lavoro.
Capisco, avete lasciato paesi, citta', famiglie...
Stavate meglio, ci puo' stare.
Ma e' un anno che sento solo lamentele.
Il clima.....terrificante.
Mai vista una nebbia cosi'
Mai visto un gelo cosi'.
Mai vista tanta acqua.
Che freddo, che freddo, che freddo.
Che caldo, che caldo, che caldo.
Le zanzare...
Il ghiaccio sulle strade.
Il cielo grigio.
Oggi c'e' il sole...be' domani non ci sara'...
Da noi non e' cosi'.....ci sono almeno 15 gradi adesso...
Da noi se fa caldo c'e' il mare...
Anch'io sarei piu' da clima californiano...ma ragazzi...adesso e' inverno, poi primavera, estate, autunno...le stagioni..
Poi e' vero, a marzo potrebbero esserci 30 gradi o potrebbe nevicare.
Potrebbe piovere per  tutto maggio...
Poi improvvisamente ti ritrovi in piena estate torrida...
E magari agosto sembra ottobre...
E ottobre agosto..
E se dico qualcosa....se vi dico adattatevi mi fate passare per una povera milanese che vede meraviglie dove non ci sono...E se dico che ci state a fare qui....non elenco le risposte...e mi vestite di verde...che poi il verde non mi piace.
Be' io qui ci sto bene. Ci sara' anche di meglio, ma Milano e' Milano e il clima e' un aspetto irrilevante.

Emma che parla ai suoi colleghi.

mercoledì 19 gennaio 2011



Vai di post che la tranquillita’ se n’e’ andata.
Questa mattina Oasis che mi stanno facendo da colonna sonora da un paio di giorni.
Al caldo in macchina.
La nebbia che di giorno non mi spaventa e la macchina lanciata sul rettilineo a velocita’ molto sostenuta.
Momenti. Momenti in cui sto bene. Cosi’ fulminei…
Ieri pensieri e conferme.
Non so parlare di me stessa.
Scrivere e’ piu’ semplice, da sempre.
Parlare…non escono le parole.
E’ una cosa talmente forte e radicata che ieri mi sono accorta che se qualcuno mi legge ad alta voce cio’ che ho scritto per me e’ violenza pura.
Non so perche’ sia cosi’, ma non e’ che debba essere sempre tutto diverso da com’e’.
 
Emma

 

martedì 18 gennaio 2011

tradizioni



No, dai, ma perchè, che cosa succede?


Poi non ti ho risposto al telefono perchè c'erano i bagni da fare e una volta finiti ho visto che era troppo tardi, mi spiace.


Sì li conosco quei magoni lì.
Ero anche convinta che ci avrebbero abbandonate, però, prima o dopo.


Invece no.


Invece si rimane ragazze dentro per il resto della vita.


 



Io solo il rammarico di non essere riuscita a portare i piccoli ieri sera a vedere il falò di S. Antonio. 


Mi ero ripromessa di cercare di mantenere vive il più possibile le tradizioni che hanno scandito i miei calendari trascorsi in famiglia, celebrate sempre con una certa enfasi. 


Ieri sarebbe toccato a falò e bruscitt. Andati.


Però ho tenuto un pezzo di panettone da mangiare la mattina di S. Biagio. 


S. Biagio non lo perdiamo, con la reliquia tra la potenza di fuoco dei portacandele ancora di cera.


 


(Il tramandare tradizioni salvò gli emigranti etiopi in Israele, i quali, nonostante il passaggio dal medioevo della loro condizione in patria all'era tecnologica di un paese all'avanguardia, furono in grado di integrarsi nella società e di permettere che anche i loro figli si integrassero con successo.


Non fu così per i genitori uzbeki, che, sradicati dai loro villaggi e incapaci di trasmettere quello che per secoli era stato assicurato dalle tradizioni religiose e culturali, produssero una generazione allo sbando).


 


Quindi mettiamoci dentro anche il festival di San Remo, che non si sa mai!!


 


A domani mattina, baci

petu tradizionalista

Che palle.


Che palle.
Che palle.
Sono quella che sono.
Sono bella? Sono intelligente? Si'? Forse..non mi basta.
Potrebbe esserci qualcosa che vorrei essere e che non sono, no?
Proibito a quelle come me?
Dici?
Voglio di piu'. Voglio altro.
Certo ringrazio per quello che ho. Sono fortunata. Ma le aspirazioni le hanno tutti. Ideali, voglia di cambiamento, valgono per tutti. E posso anche non piacermi a volte.
E la calma se va.
E mi viene il magone. Lo sai Petu, uno dei nostri.
Quando ti accorgi che la discussione e' inutile.
Quando credi che la giornata sara' in un certo modo, perche' sei cosi' predisposta al meglio..invece.. (Cazzo...'ste aspettative, pero').
Si', oggi non doveva andare cosi'.
Non ho nemmeno voglia di parlare, di spiegare, di giustificare.

Emma




domenica 16 gennaio 2011


Se sono tranquilla non scrivo.
Scrivere mi serve come valvola di sfogo.
In questi momenti, quando mi sento serena, mi manca l'ispirazione.
Strano sentirmi cosi'. Non sono abituata.
Bello pero'.
Ma so che non riuscirei ad abituarmi.
Chissa' perche' non sono fatta per la calma. Non sono calma. Non mi rappresenta. Mi sembra di non vivere.
Ok, vado a godermi questo stato di grazia, anche perche' sono stranamente sola, c'e' silenzio, c'e' liberta', c'e' possibilita' di pausa, c'e' possibilita' di pensare, c'e' tutto cio' che non c'e' mai.

Emma



I miei cambi di umore sono veramente repentini.
Non ho sonno. Penso.
Penso che mi conosco bene. Questo aiuta tanto.
Si' perche' sapersi interpretare e' fondamentale quando si e' volubili.
Non so se sia facile per gli altri conoscermi a fondo.
Me lo chiedo spesso.
A volte mi sembra di essere un libro aperto, altre volte sorrido di chi pretende di aver capito tutto e che invece e' lontano anni luce da me, dal mio mondo. Gli uomini sono portati a credere soprattutto ciò che meno capiscono e nulla è creduto così fermamente come ciò che meno si sa.
Ma lascio che sia cosi'.
Se non mi interessa non mi scaglio inutilmente contro i giudizi sbagliati. E, sinceramente, rarissimamente mi interessa.
L'importante e' che non mi perda io. Anche senza una meta precisa, navigando a vista, ma in modo piu' o meno consapevole.... so bene quel che fuggo, ma non quello che cerco.
Comunque continuo a sentirmi tranquilla...si', per ora si'.


Emma che sicuramente domani non si sveglia e che adora Montaigne.

 

mercoledì 12 gennaio 2011

Fai finta


Fai finta di non lasciarmi mai anche se dovrà finire prima o poi, questa lunga storia d'amore.


Resto così folgorata in macchina, nel parcheggio, mentre Gino Paoli intona le prime note.
Che effetto mi fa sempre questa canzone.


L'ho conosciuta un dopo pranzo al mare, sotto la rotonda dei bagni a Sori, dove ho passato le mie interminabili estati giovani.
Si giocava a King, in piena canicola, dopo la focaccia e prima del giro in barca (a remi), come ogni pomeriggio e ad un certo punto una mia amica inizia a cantare, piano, questa canzone.
Mi è bastata la prima frase per scappare tra le cabine in lacrime...addio partita, tra le altre cose.


Era l'estate della maturità, stavo con Giò da qualche mese.
Era più grande di me, ma io ero più forte di lui. Anche se solo adesso lo so.
Innamorata come si può essere solo a quell'età.
L'idea, però, che quella storia d'amore potesse finire dopo averla vissuta in modo così folle e struggente mi dev'essere sembrata insopportabile. 


Poi finì.


Ci furono altri momenti struggenti, ciascuno unico nel proprio peculiare modo di essere vissuto e ancora di recente l'ho pensato 'fai finta di non lasciarmi mai, non costa nulla, e poi non ho pretese, sono così silenziosa, tutto quel bene non se ne può andare come fumo azzurro, quel bene è memoria cellulare, è un marchio dentro, è un inno all'amore scolpito nel tempo'.


Ma forse a pensarlo ero solo io.


O forse no.


 


ps. Giò e io ci siamo sempre tenuti in contatto, magari passano mesi in cui tutto tace, ma poi ci si scambia un sms di aggiornamenti e risate.
Mi ha detto, una volta 'Io spero che un giorno ci mettano nella stessa casa di riposo'.
Al mare, naturalmente.
E' il mio Florentino Ariza.

petu-nostalgia canaglia

lunedì 10 gennaio 2011


Credo che la vita sia un dono prezioso.
Credo anche che a volte una non basti.
Se la vita non implicasse scegliere, se fosse liberta' assoluta nel rispetto di se stessi e degli altri, se concedesse la possibilita' di far coesistere esistenze antitetiche, forse una sarebbe sufficiente.
Cio' che e' inatteso porta con se' smarrimento, in certi ambiti non è facile prendere consapevolezza della propria vita e scegliere, scegliere continuamente.
Non possiamo vivere tutte le possibilita', non possiamo perderci in tutte le alternative, dobbiano scegliere.
Dobbiamo?
Dobbiamo rispettare delle limitazioni, delle barriere.
I limiti, quanti sono... il tempo, lo spazio, la nostra storia personale, la nostra educazione... e quanto pesano... pesano come macigni quando non vorremo considerarli, quando li vorremmo sfidare.
Incertezza, conflitto, necessità di scegliere.
Far finta di niente significa abbandonarsi in un contenitore tanto accogliente quanto effimero che nega la complessita', che la nasconde.
Ma a volte il contenitore e' necessario... piu' della scelta.
L'unica cosa che mi viene in mente e' il compromesso. Scelgo di non scegliere. Per evitare la rinuncia. Per avere una possibilita' in piu'.

Emma persa nei pensieri.

domenica 9 gennaio 2011

Lassù sulle montagne


neve sciTorno a casa senza voglia, senza tempo, senza testa dalla Val d'Ultimo. 


Lascio la chiesina a punta, Evi che si pronuncia Efi, maestra del campetto di sci, che ha cinque figli (gli ultimi 2 gemelli!) e ancora la voglia di insegnare a quelli degli altri, le serate a carburare a Gewurztraminer, a parlare in italiano con i gesti, perchè l'Alto Adige è una regione autonoma che ha deciso per l'anschluss da sempre senza chiederlo a nessuno, le gare in slitta, il piumone più vaporoso che abbia mai provato, la cucina di Gunter, il bianco nel cervello, che fa molto tabula rasa e mi da tregua dai ricordi recenti, l'ultima discesa dietro al gatto delle nevi che mi fa sentire molto Erika Hess, l'aria pura che mi manca il fiato.


Mi sento come Heidi costretta ad andare a Francoforte contro ogni sua volontà.


Va bè, dai, la mia casa, le mie cose, domani il compleanno del primo-gemito, invece torno e per cominciare non funziona l'acqua calda.
Non funzionare l'acqua calda il 9 di gennaio mi rende la questione insopportabile, ma forse me la sono cercata. 

La soluzione del camaleonte è spesso la migliore.
Infilo gli zoccoli di legno e vado a preparare il calderone della polenta in mezzo al salotto.


Heidi per sempre.
 (Domani andrà meglio!)
 


petu-yodel