martedì 20 luglio 2010

prospettive


Domenica mattina.


Acquario civico di Milano.


Davanti alla vasca del polipo solitario, una mamma russa, ossia donna 35enne bella, alta, bionda, russa!, parla alla sua figlioletta di circa sei anni.


Indugio, mentre rispolvero i rudimenti.


'Tu devi fare...tu non devi fare...perchè tu sei...'.


Con fare algido e viso inespressivo.


La bambina guarda il polipo seria.


Diciamo che non le stava esattamente parlando: le stava impartendo ordini.


Si avvicina il papà italiano che con uno sguardo eloquente alla donna, chiede di non essere escluso.


Ma è troppo tardi.


Era già tardi quando l'ha conosciuta, questa donna dal cuore cosacco, cresciuta con un'educazione anaffettiva di ispirazione militare, programmata per raggiungere un obbiettivo senza compromettersi troppo.


E limitare un simile passaggio di consegne è solo una vana speranza.


Ma d'altra parte, come resistere a cotanta beltà?


Ricordo di essermi voltata anch'io, affascinata, a guardare certe bellezze incontrate sulla prospettiva Nevskjy. Anch'io ho incollato lo sguardo su cert'altre appollaiate sul bancone di qualche caffè, in attesa della preda di turno.


E quanti intrecci amorosi sciolti alle partenze dell'aeroporto di San Pietroburgo, il moderno Klondike degli anni 90.


Ma mentre l'avventato di turno pensava, ormai in volo, a cosa mai avesse fatto per meritarsi tanta fortuna, la tanta fortuna saliva sorridente sulla macchina di un altro.


A volte vorrei svegliarli dall'incantesimo, certi uomini. 


Altre, penso che sia selezione naturale.


E va bene così.
p.

giovedì 15 luglio 2010

Emozioni


Oggi pensavo alle emozioni.

Credo che nessuno ci possa insegnare cosa e come “sentire”.

Pensavo anche al possesso, non con il significato a cui tu fai riferimento che e’ il piu’ terribile che si possa immaginare.

Io parlo di un desiderio di possesso molto piu’ leggero che spesso e’ paragonabile ad un capriccio.

Si'.. voglio quello che non riesco ad ottenere.
Vivo di pancia guidata dalla testa.
Le emozioni non le trattengo ma sono consapevole delle conseguenze.
Trattenere l’emozione sarebbe non vivere un momento intenso e questo mi provocherebbe un grosso rimpianto.
Vivendola forse potrei provare un rimorso….ma preferisco cosi’.
Ed e' cosi’ che mi butto all’inseguimento della preda e investo cosi’ tanto che quando tutto finisce mi rimane un senso di ridicolo, perche’ so che tutto cio’ e’ pazzia.
E’ pazzia perche’ voglio solo che la preda si ammansisca e risponda ai miei sentimenti, dopodiche’ il mio senso del possesso e’ appagato e l’interesse svanisce.
La preda rimane basita e io tendo alla rottura definitiva.
Ma se la preda non cede?
Disastro….rimane li’, in sospeso, come qualcosa di fastidiosamente incompiuto…un tarlo destinato a durare nel tempo!

So che cio’ puo’ sembrare un atteggiamento a dir poco sociopatico, ma tutto deve rimanere un gioco platonico. Non mi posso permettere e non voglio andare oltre.
Ma ho capito che questa cosa gli uomini non la capiscono e non sanno giocare secondo queste regole.
Magari un giorno ne seguiro’ altre o smettero’ di giocare o chissa’ cosa accadra’, questo mistero sul futuro e’ cio’ che mi obbliga a non giudicare e a sposare il motto "Mai dire mai".

Quindi, attenzione a diventare giudici del comportamento degli altri, potreste trovarvi nei loro panni.
 
Vorrei solo ribadire che tutto cio’ si riferisce a situazioni emotivamente molto coinvolgenti ma di natura sana e gioiosa anche se a volte dolorosa!

Petu il tuo grido al possesso sbagliato risuona forte dentro di me.

Emma
 

 

martedì 13 luglio 2010

16


A volte si vorrebbe che gli altri fossero come noi vorremmo.

Il contrario di amare. Amare in senso lato.
Amare nel senso di ringraziare, di essere felici di stare al mondo e vedere e considerare gli altri per quello che sono, volendo il loro bene, godendo della loro felicità e realizzazione come fossero le nostre.
Amare come alimentare il fuoco, buttando carbone nella caldaia e quando è finito il carbone, buttarti tu, ridendo.
Amare come nutrire, aiutare.
Saltare insieme. Per mano.
L’amore è rosso.

La volontà di possesso ha un che di disperazione e una radice comune con l’odio.
Verso se stessi.
La volontà di possesso spegne le intenzioni salvifiche intrinseche all’amore (ah, l’amore!).
E’ nera.
Come la paura.
Nasce sull’assenza di emozioni che avrebbero dovuto essere seminate, innaffiate, curate, insegnate, apprese, condivise.
Garantendo quel sano sviluppo emotivo che si cerca di rubare agli altri, giacchè se ne è privi.

(Dove l'amore finisce, la volontà di possesso diventa potere di decisione di vita o di morte di colui che si crede di amare alla follia.
‘Io ho il potere di distruggerti, come tu hai distrutto me, lasciandomi. E mi distruggi perché non ho alcuna risorsa emotiva per reagire ad un fatto doloroso, nessuno strumento').

Quel sano sviluppo emotivo che ci fa essere empatici.
Capire i sentimenti.
Rispettare il dolore.
Rispettare i sentimenti.
Rimanere al centro.


Figli sciagurati di genitori inconsapevoli.

petunì

lunedì 12 luglio 2010

sotto


Sotto nascondo la colpa e oggi l'inquietudine, quella di 'certi uccelli di passo, che urtano ai fari nelle sere tempestose'...
Mi affido alla tua teoria, in base alla quale tutto ciò che ho deciso di vivere così fortemente, contribuisca allo splendore dell'oro della mia pelle.
Mi rimane il dubbio che ha deciso di abitare con me in questi giorni: avrò veramente bisogno di tutto ciò?
Oggi punterei su Santiago a piedi nudi e intima semplicità francescana.

La margherita, a volte, si spoglia per poi rinascere.

Baci stretti, teso.
p.

Non pensiamo all'Inferno...


Cosa nascondi sotto l'apparenza dorata???

A parte gli scherzi, sai che ho un'opinione diversa sulla questione.... La vita degli altri non e' giudicabile, ne' da me, ne' da Dante! Non riesco a giudicare nemmeno la mia.

E' tutto complesso, la trama e' fitta.....

Questa terra è un’enorme arena, in cui si scontrano forze misteriose di cui siamo inconsapevole strumento. Siamo spettatori attivi della meraviglia che viviamo, ma soltanto chi riesce a capire il significato della propria esperienza, si trasforma da spettatore in protagonista, dando valore alla propria esistenza. Chi si adagia passivamente, chi si lascia vivere senza reagire, muore ogni giorno in preda a paure oscure“.

Noi abbiamo scelto di vivere, siamo protagoniste ma tutto questo ha un prezzo e noi lo paghiamo in vita, consapevolmente e senza leggerezza.

Ciao teso,
Emma

domenica 11 luglio 2010

venerdì 9 luglio 2010

Che noia...

Oggi sembra non esserci nessuno.
Che giornata lunga.
Dove siete? Vi state preparando per il week-end?
Nessun commento, nessuna news…
Io sono qui, senza idee…i post migliori li creo nella mia mente prima di addormentarmi e poi al mattino non li ricordo. Devo risolvere questa cosa.
Petu, ci sentiamo lunedi’?
Ciao a Madmath e a tutti.
Ciao Prof che sei in visita!
 
Emma

mercoledì 7 luglio 2010

utopia


Poichè non è possibile realizzare un modello di Stato che garantisca giustizia e uguaglianza, allora questo Stato si ipotizza.
Questo è l'utopismo.
Traslando i concetti di giustizia e uguaglianza con quelli di educazione e libertà, tutto ciò poteva essere l'iperuranio.
Tutto ciò, il virtuale.
Ma non è così.
L'utopismo poteva trovare un'occasione d'immortalità nel virtuale: la moderna isola di utopia.
L'attuale città del sole.
Tutti contenti.
Tutti gentili.
Tutti rispettosi nella gestione dello spazio comune (res publica = creatività).
Invece no. 
Neanche qui.

Intravedo il rogo...
p.


Senti un po', 'girls' ti va bene?


No, non ho sbagliato. La 's' è messa apposta con l'intenzione di dare del lei alle molteplici ragazze che si racchiudono nella sua personcina, con una punta di riverenza.


Così risolviamo la cosa. 


 


A parte che non riesco a starle al passo, 'che da quando è tornata le scappa la terra sotto i piedi e mi spara temi esistenziali come una lanciatrice di coltelli impazzita.


(Sì, quella con le spalle al muro e lo sguardo terrorizzato sono io!).


 


Detto ciò, questa tempesta del dubbio mazziniana la condivido, come del resto molte cose che hanno cementato la nostra relazione sorellesca fino a qui.


Sto già ridendo, perchè al solito ci troviamo a fare considerazioni simili nello stesso periodo storico.


 


Le racconto questa.


Ero in Spagna e una sera si va a mangiare pesce in un ristorantino sul mare di veri e propri pirati.


Sai di quelli che hanno trovato la spiaggia bella e ne hanno fatto la loro casa, aperti tutta la notte e con i pesci infilzati vicino al fuoco stile Crusoe?


Quattro ragazzoni tatuati con abbigliamento tra il pendaglio da forca e il surfista, e proprio perchè moderni pirati, e maschi, capaci di esentarsi da qualsiasi catalogazione relativa all'età.


Ci accomodiamo. 


 


Il 'capo' (addome pronunciato, ma sai, lui è un pirata, è un dettaglio trascurabile) fa un po' il fenomeno e non si sbriga a chiedere le ordinazioni.


Allora mi alzo per dare un'accellerata all'empasse e chiedo in uno spagnolo vivacizzato da un aperitivo formato sangria (ma checcavolo, ultimamente sembro un'avvinazzata), di poter ordinare del pesce e quale, e se mi dava un consiglio.


 


Ok, indossavo vestito bianco con bustier e gonna con orlo irregolare, multistrato, impalpabile, stile 'sono una donna libera e cammino a piedi nudi in riva al mare con la mia birra in mano (rieccoci) e tra poco mollo tutto, 'che io e i miei scampoli di essenza non sopportiamo più le convenzioni sociali e abbiamo trovato un kiter che ci aspetta in Nicaragua per farci riscoprire la nostra vera natura randagia'.


Ma era haute couture.


 


E il make-up...eh, il make-up. Diciamo che mi puoi capire se ti dico 40 minuti per un nude-look, che per i non addetti, è una contraddizione in termini, ma Cagnè sarebbe impallidito davanti a tanta maestria e tu saresti stata orgogliosa.


 


Tutto 'sto concistoro per arrivare a dirti che il piacione, dopo essersi fatto bello con due nozioni di ittica, mi dice che per una chica guapa come me, avrebbe preparato un piatto speciale.


'Chica guapa' mi gira in testa, mentre mi si accende un sorriso ebete immobile e lo sguardo è sbigottito.


Come se non ci fosse corrispondenza di espressione tra la metà superiore e la metà inferiore del viso.


Mi giro per tornare al tavolo. 


E mentre vado verso il tavolo e i molari stridono, penso: 'Eh, chica guapa. Chica guapa ancora per poco!!!'.


 


Ancora per poco. Rido.


A volte non sono io che penso, è l'altra, che non ho ancora conosciuto.


Un misto di irriverenza e pragmatismo feroce che mi spaventa.


Anche più forte del disinteresse per l'autoaffermazione.


Un cinismo che alla fine mi diverte.


 


'Ancora per poco', ma da qui a quel poco, ti faccio vedere io!


 


ciao teso

martedì 6 luglio 2010

Il nodo in gola


Credi che chi legge possa credere che se ci vediamo 2 volte all’anno e’ gia tanto, nonostante ci separino pochi minuti di macchina?
 
E quest’anno una delle due volte e’ saltata!
 
La nostra serata all’insegna dell’anticiclone, poche ore in cui cerchi di riassumere un anno di vicissitudini, ansie, gioie…
 
Per fortuna adesso abbiamo questo spazio….
 
Nessun tradimento, sai che non sono gelosa! Pero’ che voglia di evasione.
 
La routine soffocante di questo periodo, la continua pressione negativa al lavoro spogliano la margherita….i petali cadono e vengono calpestati.

Nessuna pieta’, parole, parole, parole e io guardo il mio interlocutore pensando allo spreco di energie che si ostina a fare, giustificando decisioni per me aberranti.
Lo guardo come se fossi fuori dal corpo che gli siede di fronte, e rido, rido di lui.

Ma non serve a niente.

Oggi un’altra ora di massacro mentale e soprattutto emotivo, perche’ lo sai che mentre dentro rido e sono forte, quello che traspare e' il nervoso, che mi fa venire un nodo alla gola che mi impedisce di parlare, di urlare, di aggredire. Le lacrime mi fanno apparire debole….odio questa cosa.

Non la so gestire e mi rende preda e non predatore.
 
Che palle….
 
Ciao Tesoro,
Emma

 

lunedì 5 luglio 2010

Definizioni….confusioni…


Ieri leggevo una lettera di quelle scritte allo psicologo che iniziava cosi’: sono una ragazza di 39 anni……Capisci?? Ragazza!

Questa cosa mi ha colpita perche’ ultimamente ho dei seri problemi ad autodefinirmi.

Nel senso: ho di certo la consapevolezza di chi sono, di quanti anni ho, ma, a me non viene proprio di defirmi SIGNORA…..E allora? Come comincerei una lettera, una presentazione? Sono una donna…….be’, fa meno brutto di signora, rimane pero’  il fatto che mi sento ancora una ragazza e il non potermi definire tale mi confonde.

Sono nell’eta’ in cui ti danno del tu solo i coetanei, forse per riconoscimento e spirito di solidarieta’! I ragazzini ti darebbero volentieri del voi, gli adulti (!!! Piu’ adulti di noi intendo) ti danno del lei…

Petunia scusa questa parentesi che rimarra’ tale, ma dovevo condivivere!!!
 
Sono tornata!

Emma

venerdì 2 luglio 2010

Giovedì, 1 Luglio 2010


Ciao Emmina,

come va tra i monti? Contengono la tua inquietudine? Torni domani?
Io sono sempre stata qui, nella pianura, con l'orizzonte effetto Morgana e il cielo lattiginoso.
Eccola, la nostra estate torrida.

Questa sera esco.
Vorrei uscire con te, veramente, perchè la tradizione del torrido si mantiene senza se e senza ma, insieme.
Però mi tocca aspettare.
Aspetterò.

Questa sera esco. Non considerarlo un tradimento se vado sui Navigli senza di te.
Ho bisogno di un po' di natura che mi scorra vicino, mentre bevo un bicchiere di bianco, fresco, fruttato e commento l'incedere elegante della vittima di turno che passa.
Speriamo, sia elegante. 
Non ce n'è mai abbastanza.

Proiezioni psicodietrologiche di impronta lombrosiana.
No, mi trattengo, senza di te non è lo stesso.
Questa sera voglio solo respirare un po' di notte d'estate.
Voglio solo sorridere appoggiata alla ringhiera del Naviglio con un bicchiere pieno nella mano.

Ti aspetto.

p.